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Sono le 10 e 58 dell’8 ottobre scorso. Roberto Falco attraverso il suo profilo Facebook fa un appello – video a tutti i baresi e li invita a partecipare alla manifestazione “No green pass” di Roma, l’ultima occasione – a suo dire – per fermare il Governo. Poi aggiunge: «Faccio una preghiera a tutti gli operai e ai dipendenti: ‘Strappate le tessere del sindacato, non servono. Hanno concordato con il Governo la vostra esclusione dal posto di lavoro anziché tutelarvi’».

Ventiquattro ore dopo, Falco è a Roma, alla manifestazione che è poi degenerata in un assalto alla sede romana della Cigl. C’è un filo stretto tra i vertici nazionali e quelli pugliesi di Forza nuova e un ruolo di questi ultimi, tutto da definire, nell’assalto alla sede romana del sindacato di Landini. È quanto emerge da una indagine della digos del capoluogo che ha perquisito i tre responsabili provinciali di Forza Nuova di Bari, Brindisi e Foggia nell’ambito di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. Si tratta di Roberto Falco, 53enne di Bari; A. D. 31enne di Brindisi e Domenico Carlucci (54enne di Foggia) nonché di Beatrice Falco 45enne di Bari. A Foggia gli investigatori – guidati dal primo dirigente Raffaele Attanasi – hanno passato al setaccio anche la sede del movimento.

L’operazione è scattata per verificare il coinvolgimento di un militante del movimento, nell’assalto alla Cgil di Roma. L’uomo era già stato promotore delle manifestazioni di protesta contro le politiche nazionali e comunitarie di contrasto alla pandemia da Covid, organizzate nelle piazze del barese nei mesi scorsi “da parte di gruppi di protesta apparentemente non politicizzati“, ha chiarito la polizia. Gruppi quindi senza un riferimento politico, almeno non ufficialmente. Gli investigatori, della sezione antiterrorismo barese, attraverso la visione dei profili social degli indagati, ha verificato la partecipazione almeno di due degli indagati, alla manifestazione nella capitale: hanno infatti postato dirette Facebook e immagini che ne confermano la presenza. Dagli approfondimenti investigativi – coordinati dal procuratore di Bari Roberto Rossi, dal procuratore aggiunto e coordinatore della Dda Francesco Giannella e dal pubblico ministero Ignazio Francesco Abbadessa – è emersa una fitta rete di contatti tra i vertici nazionali del movimento e gli attivisti pugliesi perquisiti.

Sul post/immagine del profilo social di uno degli indagati, è stato pubblicato parte del comunicato diramato da Forza Nuova a margine della manifestazione romana, a firma degli esponenti nazionali Giuseppe Provenzale, Luca Castellini, Davide Pirillo e Stefano Saija, con cui si inneggiava esplicitamente ad «innalzare il livello dello scontro», annunciando che il «popolo non si fermerà». Ulteriore attività investigativa ha poi consentito di collocare a Roma – il giorno dell’assalto alla Cgil – anche Beatrice Falco. La polizia ha sequestrato smartphone e notebook nella disponibilità degli indagati, sui quali si concentrerà l’attenzione investigativa, come pure sull’altro materiale con simbologia chiaramente riconducibile al fascismo e di interesse investigativo.

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