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Otto persone sono state arrestate Polizia di Stato di Bari e di Barletta Andria Trani perché ritenute responsabili di 4 episodi di lupara bianca. Sono tutti pregiudicati e le accuse sono omicidio premeditato, violazione della legge sulle armi e delle misure di prevenzione, distruzione di cadavere, violenza e minaccia a pubblico ufficiale in concorso, estorsione aggravata. Contestata anche l’aggravante mafiosa.
Le persone arrestate sono Daniele e Pasquale Boccuto di 41 e 30 anni, l’80enne Cosimo Damiano Campanella e il nipote omonimo di 39 anni, Sabino Carbone di 40 anni, Marco Di Gennaro di 30 anni, Claudio Pellegrino di 33 anni, Cosimo Zagaria di 37 anni.
I quattro casi di lupara bianca riguardano Alessandro Sorrenti, 26 anni, e l’amico Sabino Sasso, 21 anni, entrambi scomparsi a dicembre 2003; Sabino D’Ambra, 34enne scomparso a gennaio 2010; e Giuseppe Vassalli, 26enne scomparso nell’agosto 2015; tutti pregiudicati di Canosa di Puglia. I loro corpi non sono mai stati ritrovati. Sarebbero stati tutti uccisi con colpi di pistola e poi i loro corpi bruciati e i resti dispersi.
A Sasso, stando a quanto ricostruito dalle indagini della Polizia, sarebbe anche stato fracassato il cranio con una pietra. Le vittime sarebbero state tratte con l’inganno in luoghi appartati, poi uccise anche con metodi cruenti, “quasi beandosi della sofferenza» ha spiegato il procuratore aggiunto coordinatore della Dda di Bari Francesco Giannella. Poi i sicari avrebbero provveduto a distruggere i cadaveri, bruciandoli su grate e infine – come raccontato da alcuni collaboratori di giustizia – avrebbero buttato i resti in dirupi.
«La lupara bianca, la violazione più terribile dal punto di vista umano, far sparire il corpo privando chi ha voluto bene a quella persona di poterla ricordare, è significativa del potere feroce della criminalità organizzata di annullare le loro vittime nella maniera più totale». Ha commentato il procuratore di Bari, Roberto Rossi.
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