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AVREBBERO truccato aste giudiziarie per l’aggiudicazione di immobili e terreni, gestito di fatto un birrificio, «Federik2» che si occupa della commercializzazione di birre artigianali, come uno strumento di assoggettamento del territorio, costringendo un centinaio di aziende ad acquistare la bevanda pur non avendone necessità – giustificando gli acquisti come regali di Natale a clienti e dipendenti di salottifici e imprese edili – ma come forma di favore al clan.
Sono alcune delle condotte contestate ai vertici del gruppo mafioso Loiudice di Altamura, nel Barese, per cui ieri mattina sono finite agli arresti 24 persone tra Altamura, Triggiano, Grumo Appula, Matera, Montescaglioso e Miglionico. Mentre altri due indagati sono ricercati all’estero.
A capo dell’organizzazione c’era – secondo la Dda di Bari – Giovanni Loiudice, con il fratello Paolo, il figlio Alberto e il sodale Michele Acquaviva.
I fatti contestati vanno dal 2014 all’attualità, da quando cioè Giovanni e Alberto Loiudice, un tempo legati al clan Parisi del quartiere Japigia di Bari e poi avvicinatisi ai Capriati di Bari vecchia, furono assolti e scarcerati al termine del processo sull’omicidio del capo clan rivale Bartolo D’Ambrosio (ucciso nel settembre 2010).
Da allora il gruppo mafioso capeggiato dalla famiglia Loiudice avrebbe assunto il controllo del territorio murgiano, condizionando il «vivace tessuto economico» della zona, ha detto il procuratore di Bari Roberto Rossi.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm della Dda di Bari Marco D’Agostino, erano partite nel 2017 dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, e hanno portato ad accertare 2 episodi di gare d’asta truccate, uno a Potenza e uno a Matera, nelle quali il gruppo criminale avrebbe costretto i partecipanti ad astenersi dal presentare offerte al rialzo rispetto a quelle dei loro “protetti”. Che in cambio di quella protezione avrebbero al clan il 5% dell’importo finale dell’asta per il servizio fornito.
Sono stati documentati, poi, dieci furti d’auto commessi da una squadra di ladri provenienti dalla provincia Bat, che poi cedeva le auto a persone di Altamura, specializzate nel ricettarle o nel restituirle dietro pagamento di un riscatto. Con la tecnica del “cavallo di ritorno”. E ancora una intensa attività di traffico droga, con il sequestro – durante le indagini – di 13 chili di stupefacenti; e persino l’estorsione ad un artigiano che aveva ristrutturato un negozio gestito da un commerciante il quale, per non pagare l’intero importo dei lavori, si era rivolto al clan.
L’inchiesta ha accertato anche l’intervento del gruppo criminale nell’assegnazione di alloggi popolari. Mentre due degli indagati dovranno rispondere di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, perché reclutavano ragazze straniere per l’attività di prostituzione lungo la strada statale 96, tra Palo del Colle e Toritto, percependo 100 euro al giorno per la locazione dei container e roulotte in cui le ragazze si prostituivano.
Assieme agli arresti, i militari hanno sequestrato il birrificio di Altamura e un’auto di grossa cilindrata.
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