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Emiliano, poco prima della cena, alle celebrazioni in onore di San Sabino

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I commensali, e non, parlano di «grande cordialità». Tra un buon bicchiere di vino e una forchettata di orecchiette di grano arso. Rigorosamente con le cime di rapa.

Si sa, la convivialità fa sempre rima con politica e manovre. Future, probabili, incrociate, di ritorno o da giri immensi. Specie se tra qualche mese da queste parti i Comuni più importanti della provincia a tre teste andranno al voto.

Non è passata inosservata la serata da grande coalizione celebrata mercoledì sera a Canosa di Puglia. E con protagonista Michele Emiliano.

Prima la messa e le celebrazioni in cattedrale in onore di San Sabino, patrono della città, poi il tavolo allargato all’osteria Vinalia. Allargato perché ha abbracciato un po’ tutte le maggiori forze del parlamentino regionale pugliese.

Da un lato gli alleati, vecchi e nuovi, Pd ed M5S rappresentati rispettivamente dai consiglieri regionali Filippo Caracciolo (barlettano) e Grazia Di Bari (andriese), dall’altro l’ospite forse più inatteso nell’analisi politica. O se vogliamo nella lista degli invitati. Lui, il consigliere regionale Francesco Ventola, esponente di spicco dell’opposizione più barricadiera nell’aula di via Gentile, cioè Fratelli d’Italia. Nonché coordinatore provinciale del partito nella Bat.

In una sorta di tavolo extralarge e non solo per il numero delle portate servite. La presenza di Ventola , già sindaco di Canosa e presidente della provincia Bat, viene letta dal centrosinistra come la classica «Cortesia istituzionale che Michele riserva sempre ai suoi avversari», mentre agita e non poco le chat whatsapp di Fratelli d’Italia. Con alcuni meloniani a interrogarsi sull’opportunità o meno di sedersi a un tavolo e attovagliarsi con il “nemico” giurato a queste latitudini, il governatore pugliese.

E che tra Emiliano e Ventola non sia stata solo una toccata e fuga per un piatto di orecchiette con le rape, lo dimostrano anche le conversazioni molto cordiali e scherzose. Il presidente a convincere più volte il meloniano ad andare insieme all’osteria e a provocarlo a più riprese: «Dai Francesco, passa con noi». «Ma io caro Michele passo solo se mi fai capo di gabinetto. Allora sì». E lui, il governatore: «E il ruolo di consigliere regionale?». «Vabbè, non ti preoccupare, se divento tuo capo di gabinetto, il primo dei non eletti che sta dopo di me è già passato con Massimo Cassano. Quindi starebbe in maggioranza».

Botta e risposta tra risate e toni altamente scherzosi. Ma si sa, con la sua innegabile ironia il governatore spesso getta l’amo, specie se deve pescare dal campo degli avversari. Patto dell’orecchietta? Patto di San Sabino? Presto per dirlo. Meno di un anno fa, a maggio scorso, fece scalpore il “patto delle ostriche” a Foggia con Emiliano, pezzi del Pd e il consigliere regionale della Lega Joseph Splendido allo stesso tavolo.

«Facciamo tutto in amicizia anche perché, devo dire, tra maggioranza e minoranza c’è poi un rapporto di grande cordialità in Consiglio regionale. Non c’è nulla di male» le parole canosine usate poco prima in cattedrale da Emiliano per difendere la sua scelta a destra dell’assessore alla Sanità Rocco Palese. Quel «Non c’è nulla di male» anche per un piatto di orecchiette. Se al dente o meno, questo non è dato sapere.

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