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L’immagine eloquente del viaggio in bus degli studenti dai comuni della Bat a Corato

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BARLETTA – A scuola arrivano stipati, ammassati in autobus in cui le norme anti Covid, come si vede bene dalla foto, sono solo un ricordo. Ma nessuno li ascolta questi ragazzi e neppure i loro genitori. Sono tantissimi gli studenti che frequentano il liceo artistico di Corato “Federico II Stupor Mundi”, e, di questi, molti arrivano dalla Bat, dai comuni costieri, Barletta, Trani, Bisceglie, come pure da Andria e dai comuni dell’Alta Murgia.

A collegare i diversi territori sono altrettante ditte di autotrasporti private. Ma gli orari della scuola, scaglionati per non concentrare gli ingressi, secondo i pendolari che arrivano dalle città costiere della Bat, peggiorano la situazione e rendono la loro vita davvero difficile e faticosa. «Cinque classi a settimana, quindi più o meno una settimana al mese – spiega uno studente di classe quinta con altri sui compagni – ci tocca entrare a scuola alle 9.40 e finire alle 15,30, il sabato solo usciamo un’ora prima. Questo vuol dire prendere l’autobus della mattina alle otto e tornare a casa non prima delle 16.30.

Ma il problema non è solo questo – continuano – Il paradosso – spiega uno di loro – è che tutto questo è stato pensato per la nostra sicurezza, ma lo scaglionamento degli orari di ingresso a scuola non corrisponde a uno scaglionamento anche sui mezzi di trasporto. Le corse sono limitate – continua – per cui a viaggiare si viaggia comunque tutti insieme, all’andata o al ritorno o in entrambi i casi, e poi si aspetta fuori dalla scuola la campanella per entrare». La discrasia, secondo gli studenti pendolari, si spiegherebbe col fatto che la Prefettura di Bari, nella cui area metropolitana ricade il comune di Corato, avrebbe organizzato gli orari tenendo conto delle aziende di trasporto del suo territorio e non della Bat.

E a nulla sono servite le proteste contro i doppi turni a cui, pure, hanno partecipato, chiedendo la convocazione di un tavolo tecnico per questa specifica situazione. «Vorremmo essere ascoltati – chiedono i ragazzi – perché in questo modo, il peso di tale situazione ricade tutto e solo su di noi, che tutto siamo, fuorché tutelati e al sicuro dai contagi viaggiando in questo modo barbaro ogni giorno.

Speriamo che qualcuno ci ascolti – concludono – anche perché nella nostra scuola ci sono le condizioni per differenziare gli ingressi ed entrare tutti alla stessa ora in sicurezza e, di sicuro, meno ammassati e assembrati che a bordo dei bus su chi viaggiamo ogni giorno, con ritmi e orari che non ci lasciano il tempo neanche per studiare».

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