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Un fulmine, seppure non a ciel sereno. Le eventualità che il Governo potesse decidere di sciogliere il Comune di Trinitapoli erano parse piuttosto elevate, non foss’altro per una casistica secondo la quale le procedure di insediamento della commissione di accesso di nomina prefettizia si concludono 9 volte su 10 con una scelta in quella direzione. Il Consiglio dei ministri, nella riunione di ieri pomeriggio, ha accolto la proposta presentata dalla titolare del Viminale Luciana Lamorgese «Visti gli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata è stata accettata dall’intero esecutivo – e ha disposto, pertanto, lo scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo n° 267 18 agosto 2000.
Un colpo durissimo per la reputazione di tutta la comunità casalina. Il certosino lavoro dei commissari, insediatisi il 30 luglio, si era concluso il 31 gennaio scorso in ragione di una proroga di tre mesi (oltre i tre previsti inizialmente) concessa per consentire l’acquisizione di ulteriori documentazioni.
Gli accertamenti effettuati, sui quali è stato sempre mantenuto un doveroso riserbo, hanno riguardato nella fattispecie il periodo nel quale l’amministrazione comunale era guidata da Francesco Di Feo. La relazione della Commissione, composta dal viceprefetto vicario della Bat Sergio Mazzia, dal dirigente della Squadra mobile della Questura Bat Gesualdo Masciopinto e dal capitano Paolo Milici, Comandante della II sezione del Nucleo investigativo provinciale di Bari, ha tratteggiato un quadro tale da indurre Lamorgese e il Governo a confermare la sussistenza di «Forme di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso tali da influenzare gli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione comunale».
La gestione dell’Ente sarà affidata adesso ad una Commissione straordinaria per la durata di 18 mesi, motivo per cui i cittadini trinitapolesi saranno chiamati alle urne per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione di un nuovo sindaco tra almeno un anno e mezzo. Emanuele Losapio, decaduto dall’incarico di sindaco, convocherà una conferenza stampa in seguito alle comunicazioni ufficiali che giungeranno dalla Prefettura.
È doveroso rimarcare come egli stesso, all’epoca dei fatti contestati, non svolgesse alcun incarico elettivo ma risultasse, nella qualità della sua professione di giornalista, addetto stampa del Comune. Il suo coinvolgimento è pertanto pari allo zero pur se la decisione assunta dal Consiglio dei ministri provoca, nel concreto, l’immediata caduta dell’amministrazione.
Lo scioglimento del consiglio comunale di Trinitapoli comporterà, di conseguenza, l’uscita dall’assemblea dell’unico componente casalino nel consiglio provinciale della Bat, Ludovico Peschechera, che sarà rimpiazzato da Lino Di Noia, capogruppo consiliare di Forza Italia a Spinazzola. Il commissario regionale del partito Mauro D’Attis, il senatore Dario Damiani e il segretario provinciale Lanotte gli hanno fatto immediatamente gli auguri di buon lavoro.
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