Il luogo della tragedia
3 minuti per la letturaBANDIERE a mezz’asta sugli edifici pubblici in segno di lutto, esercizi commerciali chiusi e ai cittadini la preghiera di rispettare, con i propri comportamenti, il particolare momento, evitando musica, schiamazzi e condotte indecorose. Lo scrive il commissario prefettizio Francesco Alecci nell’ordinanza con la quale proclama il lutto cittadino per oggi pomeriggio, in concomitanza con la cerimonia funebre per Claudio Lasala. Le esequie saranno celebrate, alle 16, nella basilica di Santa Maria Maggiore, la cattedrale di Barletta, a pochi passi da dove si è consumata l’efferata violenza, la lite, poi la pugnalata, che ha causato la morte del giovane, di cui sono accusati il 18enne Ylias Abid, ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale del ferimento, e il 20enne Michele Dibenedetto.
A celebrare la messa sarà l’arcivescovo della diocesi di Trani – Barletta – Bisceglie, monsignor Leonardo D’Ascenzo, ma con lui ci saranno anche i sacerdoti di tutte le parrocchie di Barletta, a dimostrare la partecipazione di tutta la comunità al dolore della famiglia di quel ragazzo. Una famiglia che ha mostrato sin da subito una grande dignità, durante la fiaccolata dopo la morte di Claudio, con i fratelli, i cugini e gli zii colmi di dolore ma mai fuori posto, a chiedere, soltanto, giustizia da una parte e che quanto accaduto al loro congiunto non succeda a nessun altro.
L’affetto di cui godeva Claudio, come suo fratello Antonio aveva detto, è stato dimostrato proprio dai tanti ragazzi, suoi amici, scesi in piazza per lui, numerosissimi ad “affogare” le strade del centro storico che domenica scorsa sembravano più strette del solito, così colme e traboccanti di ragazze, ragazzi, bambini, famiglie. Una città che, come poche volte, si è sentita coinvolta, toccata, anzi colpita, ferita anch’essa. Qualche reazione è stata scomposta, ma sui social, dove è usuale che sia così, ma mai occasione sarebbe stata più propizia per tacere. Tanto che gli stessi genitori di Claudio Lasala, come riferito anche dal presidente della regione Puglia Michele Emiliano, hanno sottolineato e con forza ribadito che non è la vendetta che serve in questi casi.
Sul versante delle indagini, i carabinieri continuano a lavorare per accertare le responsabilità dei singoli coinvolti in quanto accaduto quella notte fra il 29 e il 30 ottobre scorsi, dentro e fuori il Primo drink and more, dove Claudio si trovava per divertirsi, con i suoi amici, contento per l’orizzonte che stava per aprirsi nella sua vita, dopo che aveva superato la selezione per accedere al corso di allievi finanzieri. Intanto, in città, la musica si è spenta, la gioia si è spenta.
Di sera, nei luoghi della movida, ci sono i controlli, alcuni locali sono aperti, altri, almeno fino a giovedì sera, non lo erano. Ma presto o tardi tutto tornerà come prima e si dovranno fare i conti con la realtà in una città che, oltre al “divertimento”, ha poco altro da offrire a una generazione di ragazzi, molti dei quali, spesso abbandonano la scuola senza terminare gli studi, ripiegati su se stessi, più attivi sui social network che impegnati nel mondo reale, per i quali le sfide sono le challenge dei videogiochi o poco più.
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