La fiaccolata promossa in città dopo la morte di Claudio Lasala
2 minuti per la letturaCi sono gli studenti della 5^B o.p.c.p. dell’Istituto Garrone con la docente Maria Teresa Di Monte e l’esperta Michela Rociola presidente dell’associazione culturale “Scartoff” che su un manichino hanno scritto le parole chiave della campagna civica contro la violenza promossa dal movimento spontaneo “Cerco Barletta”. E ci sono anche i cittadini, le associazioni e chiunque sta aderendo alla campagna che ha come parole chiave “cerco il bello”, “cerco il buono”, “cerco il bello” per dire no alla “normalità” della violenza, del degrado e della inciviltà.
E’ l’eredità morale lasciata da Claudio Lasala, il 27enne barlettano ucciso nella notte fra il 29 e 30 ottobre da Ilyas Abid, 18 anni, e Michele Dibenedetto, 20 anni, che diventa strumento di denuncia.
La manifestazione pubblica prevista per ricordare il sacrificio del giovane pronto a entrare nelle forze dell’ordine, era stata rimandata prima a causa del maltempo e poi per l’aumento dei casi di Covid.
Non così, però, per l’impegno dei barlettani che sono decisi più che mai a rialzare la testa, a dimostrare che questa non è una città violenta. In un video che circola in queste ore e che apre una sorta di “filo di Arianna” civico, l’attore Savino Italiano della compagnia teatrale “I nuovi scalzi” avvia il passaggio di testimone affidato a una fascia con la scritta “Cerco Claudio” dicendo: «Uccidere il sogno è uccidere noi stessi, mutilare la nostra anima, il sogno è ciò che abbiamo di impenetrabilmente e inespugnabilmente nostro».
E’ l’appello del movimento che spiega: «Restiamo vicini alla famiglia di Claudio, vittima di violenza, restiamo uniti per i nostri ragazzi e per provare a rendere questa città migliore». E qui l’invito a partecipare alla catena di solidarietà, ognuno con un proprio video che rispetti i principi dell’iniziativa sulla quale si possono chiedere informazioni all’indirizzo: cercobarletta@gmail.com. La fascia utilizzata nel video può essere ritirata al “Caffè con vista” o al “Punto Einaudi”.
Il movimento fa riferimento a una “Ribellione gentile per far emergere il bene, il buono e il bello attraverso la partecipazione attiva».
Lasala fu ucciso da una coltellata sferrata dal 18enne Ilyas Abid dopo che insieme al 20enne Michele Dibenedetto lo avevano affrontato all’interno del pub “Primo drink & more” imponendogli di offrirgli un cocktail a sue spese.
Al rifiuto del giovane, che si era allontanato dal locale, Abid lo aveva affrontato in una zona vicina sferrandogli una coltellata dopo essersi procurato l’arma all’interno del pub, prendendola sul bancone del bar.
La morte di Lasala aveva colpito profondamente la comunità barlettana per le modalità con cui si era svolto, davanti agli occhi dei ragazzi in uno dei luoghi più affollati della città e al tempo stesso aveva provocato da subito una reazione cittadina molto ampia.
Il tempo non ha fermato quell’impegno, nonostante la difficoltà di poter promuovere una iniziativa pubblica. La forza dell’esempio di Claudio, però, resta tutta e rivivrà nelle parole e nelle immagini di chi aderirà a “Cerco Barletta”.
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