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La piaga delle estorsioni è da sempre e tristemente molto diffusa in un territorio come quello della Bat, nel quale la connotazione dei fenomeni di microcriminalità è marcata da consuetudini connesse ai reati predatori: si pensi al “cavallo di ritorno” per i furti di veicoli, tipologia di reato in cui la provincia, purtroppo, primeggia su scala nazionale in rapporto alla popolazione.
Che il tentativo di ottenere denaro potesse addirittura riguardare un animale da compagnia, indica chiaramente quanto il clima attuale ormai abbia effetti del tutto imprevedibili.
Malgrado un quadro generale tutt’altro che roseo e l’esperienza acquisita sul campo in tanti anni di servizio, infatti, gli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Barletta non hanno potuto nascondere il loro stupore nell’ascoltare il racconto di una giovane, che si è presentata in ufficio per denunciare, a tutti gli effetti, il rapimento del proprio cane con tanto di richiesta di riscatto.
Sabrina, questo il nome della ragazza, ha preso atto dell’apertura della recinzione in cui di solito alloggia la sua amata Mina, splendido esemplare di pastore tedesco.
Nessuna traccia della fedele compagna a quattro zampe, scomparsa improvvisamente nel nulla. Inevitabile l’immediato ricorso ai social per un appello accorato, in un momento di forte tensione. Le segnalazioni hanno consentito di risalire alla zona in cui Mina è stata avvistata e a quel punto, una volta raggiunta l’area in questione, Sabrina è stata avvicinata da un individuo che, senza badare troppo ai convenevoli, le ha riferito di essere a conoscenza di chi si fosse impadronito dell’animale (persone definite “pregiudicate” e “pericolose”) ma soprattutto della necessità di versare la somma di 200 euro per la restituzione.
La giovane non si è persa d’animo e ha deciso di chiedere aiuto alla Polizia, spiegando nei dettagli quanto accaduto. I poliziotti hanno potuto così supportarla: una volta concordate le modalità di consegnare del denaro e stabilito un appuntamento con l’estorsore, la legittima padrona di Mina si è presentata sul posto domandando di poter vedere il cane prima del pagamento.
Il fidanzato della ragazza, accompagnato da un poliziotto, ha seguito le indicazioni ricevute e individuato l’animale, legato ad un albero di ulivo attraverso un filo di ferro. Sabrina ha perciò lasciato i soldi del riscatto nelle mani dell’uomo che si è subito dileguato, ignaro della presenza degli agenti appostati nei paraggi: colto in flagrante, il 64enne è stato identificato, sottoposto alle formalità di rito e trasferito in carcere a Trani – su disposizione dell’autorità giudiziaria – con l’accusa di estorsione e ricettazione.
Sabrina quindi ha ringraziato pubblicamente la Polizia di Stato e diffuso un invito a denunciare sempre qualsiasi episodio di prevaricazione.
Resta, sullo sfondo di questa vicenda davvero singolare, la riflessione su come il senso di smarrimento generale possa spingere taluni a compiere gesti così esecrabili e frutto della disperazione (che in ogni caso non è una giustificante): in che altro modo può essere definito sequestrare un animale da compagnia e finire persino in galera per appena 200 euro?
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