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Prima serata del Bif&st al Teatro Petruzzelli, ed il film di Sergio Castellitto: “Il materiale emotivo”. Un pubblico elegante ed anche il nostro regista Pippo Mezzapesa, che sta per iniziare il suo nuovo film. Sale sul palco Margarethe von Trotta, e Laudadio la ringrazia per la grande collaborazione. Intervengono il sindaco e il governatore e sfilano i premiati, da Tony Servillo a Mario Martone con un filmato, da Gianfelice Imparato a Luigi Lonigro direttore della 01, da Nicola Giuliani con la sua deliziosa bambina (che ricordo sarà per lei quello stare sul palcoscenico del Petruzzelli), a Paolo Del Brocco. Tutto come sempre, starete pensando, e invece il film di Castellitto, tratto da un soggetto di Scola, con Matilde De Angelis e Berenice Bejo è inatteso.
Onirico, immaginifico in una Parigi piovosa dove la vecchia libreria piena di libri, ha l’atmosfera rarefatta di un sogno che si nutre di segni, simboli del passato e realtà del presente. Il presente è Albertine, una figlia in carrozzella che non parla. È caduta in una piscina vuota ed è finita fra le foglie (scena bellissima), e lui Vincenzo, il padre, vive solo per lei, le parla, la accarezza, le sorride. In questo spazio come sospeso, irrompe una modernità inedita che mixa linguaggi e semantiche opposti, è una donna Yolande, dal glamour futuribile e dalla follia divertente. Vincenzo scoprirà sentimenti dimenticati, si innamorerà di questa donna che prima lo cerca e poi fugge dopo aver coinvolto nella sua presenza apparentemente senza senso Albertine.
Vincenzo torna solo e la scena dell’abbraccio con Yolande, nel dolore delle spine delle rose che penetrano nella pelle è indimenticabile. Ma Albertine, mette la maglietta che le ha regalato il padre, il rossetto ed esce fuori. Per un attimo si ferma invasa dall’aria, dall’esperienza, dalla forza che ha dovuto trovare in se, e poi parla e saluta l’amico di sempre perché ha deciso di riprendere la vita fra le sue mani. Un film che girato prima della pandemia forse oggi sarebbe diverso, dice Castellitto. Un film che ci ricorda come eravamo, pensiamo noi.
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