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«Non è solo una storia di guerra o d’amore. Il film è un’idea politica». Riccardo Scamarcio, Benedetta Porcaroli e il regista Giuseppe Piccione raccontano il dietro le quinte di “L’ombra del giorno” proiettato ieri nel pienone del Teatro Petruzzelli. «Non mi è capitato di leggere un copione in cui si respira questa grande umanità, e spesso c’è una semplificazione della storia, qui non c’è, anche se si tratta di un racconto semplice. Il mio personaggio ha una gravità di una 38enne, con una densità diversa da un 23enne come me». La giovane attrice romana aveva già vinto al Bif&st 2020 il Premio Nuovo Imaie per la migliore Attrice Rivelazione e ritorna con l’ultimo film.
La coppia glamour del cinema interpreta i protagonisti di una trama d’amore ambientata ad Ascoli Piceno all’inizio della seconda guerra mondiale: la location principale è il ristorante Caffè Meletti. Lei ebrea, lui ex soldato fascista interpretato da Riccardo Scamarcio: «Con Giuseppe Piccione abbiamo parlato della latitanza politica di questo paese. Che ci sia una censura è molto evidente. Bisogna sempre allinearsi a quello che la stampa dice. Non voglio fare provocazioni, ma il periodo storico del film presenta delle analogie nel presente».
C’è una storia di guerra che diventa anche di amore. Un contesto storico racchiuso già nel titolo che, come ha spiegato il regista, fa riferimento a un periodo in cui il fascismo sembrava consolidato e invece mostrava le sue prime ombre. «Il film ha la qualità di mettere in scena dei personaggi che hanno anche dei difetti, e l’autore li perdona ed è indulgente, li assolve come facevano Fellini e Scola».
Riccardo Scamarcio parla del suo doppio ruolo da attore e produttore, che l’ha aiutato ad entrare in modo naturale nel personaggio e nella macchina da presa. Le riprese svolte in piena pandemia hanno assorbito il tempo fantasmagorico e violento della guerra, con una grande sinergia con la città natia del regista che dopo 5 anni torna con questa nuova opera.
«Questo era un film con un budget limitato ma le scelte fatte e la collaborazione della città hanno dimostrato grande sinergia In un periodo in cui era difficile provare ancora questo desiderio. L’esperienza intensa del set si ripercuote nel film ed è entrata nello schermo» racconta il regista.
Benedetta Porcaroli, protagonista ormai di importanti opere cinematografiche tra cui la serie Baby, 18 regali, Scuola Cattolica, Tutto può succedere spiega la sua scelta di intraprendere personaggi femminili calati in un conflitto interiore costante: «ho avuto la possibilità di interpretare personaggi che ho amato, di sposare progetti in cui credevo e di lavorare con bravi registi e produttori che hanno creduto in me. Cerco quindi storie che mi possano stimolare, di fare cose nuove dalle quali io possa imparare e che mi permettano di non ripetermi».
Nella serata delle anteprime internazionali l’attore e produttore pugliese ha ritirato il premio Federico Fellini Platinum Award con una carriera segnata da 59 film in 20 anni.
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