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L’attore Toni Servillo e il regista Mario Martone

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«Sono particolarmente grato alla giuria. Sono molto felice di prenderlo a Bari, dove torno con grande gioia, perché una delle ultimissime volte che ho recitato prima di questo terribile Covid, l’ho fatto su questo palcoscenico con “Le voci di dentro” di Edoardo De Filippo e non avrei mai immaginato di ricevere un premio per un film sul papà, per Scarpetta». Lo ha detto l’attore napoletano Toni Servillo, al quale il Bif&st ha conferito il premio Vittorio Gassman per il miglior attore protagonista per il film «Qui rido io» di Mario Martone, nella serata inaugurale del Bari international film festival nel teatro Petruzzelli.

Servillo è stato premiato anche per le sue interpretazioni in «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino e «Ariaferma» di Leonardo Di Costanzo. «Qui rido io» ha ricevuto ben quattro premi Bif&st per il cinema italiani. Oltre quello a Servillo, la giuria dei critici ha scelto di dare il premio Mario Monicelli per il miglior regista a Mario Martone, il premio Franco Cristaldi per il miglior produttore a Nicola Giuliani e Paolo Del Brocco (Indigo Film, Rai Cinema, Tornasol) e il premio Alberto Sordi per il miglior attore non protagonista a Gianfelice Imparato (premiato anche per «Il bambino nascosto» di Roberto Andò).

Nella serata inaugurale, inoltre, prima della proiezione in anteprima mondiale del film «Il materiale emotivo» di Sergio Castellitto, con il regista e l’attrice Matilda De Angelis presenti in sala, il direttore della 01 Luigi Lonigro ha ricevuto il Federico Fellini Platinum Award for Cinematic Excellence.

«Nell’isolamento totale della pandemia sono emerse le due urgenze» che hanno ispirato il sequel di “Come un gatto in tangenziale”: «dare uno stimolo culturale alla condivisione e raccontare i bisogni immediati delle persone». Così è nata l’idea di «Ritorno a Coccia di Morto», l’ultimo film di Riccardo Milani con Paola Cortellesi e Antonio Albanese. A raccontarlo è stata l’attrice, anche lei ospite del Bif&st ieri, in un incontro nel teatro Margherita con il marito regista Milani, nell’ambito dei Focus dedicati alla O1 Distribuzione, che quest’anno festeggia il ventennale. Cortellesi ha spiegato che Giovanni e Monica, i due protagonisti del film, potevano rappresentare queste «due urgenze».

«Quell’isolamento ci faceva paura. Ecco perché – ha detto – siamo andati al di là dei progetti e da mesi diciamo a tutti di tornare in sala, altrimenti le sale, che sono luoghi di condivisione, diventeranno posti per collezionisti».
Da segnalare la mostra fotografica dedicata al regista Ettore Scola, morto nel gennaio 2016, nei novant’anni della sua nascita. In sessanta fotografie il Bif&st ripercorre la presenza di Scola al Bari international film festival, del quale è stato presidente dal 2010 al 2015.

L’esposizione è stata inaugurata ieri mattina nel teatro Margherita e sarà aperta fino alle 20 per tutta la durata del festival. Le foto sono state realizzate dai fotografi ufficiale del festival: Nicola Amato, Daniele Notaristefano e Pasquale Susca. «Abbiamo fatto una selezione tra centinaia di foto che segnano il passaggio di Ettore Scola a Bari» spiega il direttore artistico del festival, Felice Laudadio, ricordando che «lui è venuto per la prima volta nel 2009, all’edizione zero, che gli dedicò la retrospettiva».

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