L’interno del teatro Petruzzelli e il sindaco Antonio Decaro
3 minuti per la letturaScontro a tutto campo. Con la battaglia che ora si sposta sull’ente Città metropolitana. I proprietari del teatro tirano in ballo la ex Provincia chiedendo alla Corte dei conti di indagare su un possibile danno erariale. Sintetizzando così la vicenda: «La Provincia non ratificò il protocollo d’intesa ma mise sul piatto 5 milioni di euro per la ricostruzione. Dove sono finiti?». Antonio Decaro, attuale sindaco metropolitano, non ci sta. E interviene a muso duro sui social: «Non mi farò intimidire in alcun modo da chi ancora oggi vuole tenere la nostra città in ostaggio».
Si riaccende la polemica sul destino del teatro Petruzzelli all’indomani della nuova mossa dei Messeni Nemagna, tornati a chiedere conto del protocollo d’intesa reso inefficace dalla giustizia. Si tratta della seconda sentenza, distinta da quella che a novembre scorso ha riassegnato la proprietà del bene in capo agli eredi, con la quale i giudici della Corte d’Appello hanno reso inefficace l’atto che nel 2002 mise un punto fermo nella vicenda: il teatro sarebbe stato ricostruito con fondi pubblici e poi gestito a mano pubblica dando ai proprietari un canone annuo di 500mila euro per 40 anni.
Un protocollo mai entrato in vigore proprio perché l’allora Provincia non ratificò mai, secondo i giudici, il documento nel suo Consiglio (adempimento invece mantenuto da Comune di Bari e Regione Puglia). E oggi gli eredi, ritornati in possesso del teatro ma condannati a pagare allo Stato oltre 43 milioni per le spese della ricostruzione, puntano al ripristino di quel protocollo chiedendo alla magistratura contabile di fare chiarezza.
«Sulla vicenda Teatro Petruzzelli sembra si stia consumando l’atto di una commedia dell’assurdo. L’ultima è che gli avvocati dei Messeni Nemagna mi hanno denunciato, nel mio ruolo di sindaco metropolitano, per un presunto danno erariale legato alla mancata ratifica del protocollo del 2002. Protocollo dichiarato nullo da una sentenza della Corte di Appello.
Per quanto mi riguarda, non ratificherò quel protocollo, a costo di rimettere il mio mandato – sbotta a metà pomeriggio Decaro sulla sua pagina Facebook – Una soluzione inaccettabile – dice ancora Decaro – considerato che il vecchio gestore (Ferdinando Pinto, ndr) pagava un canone di circa 100 mila euro all’anno. Nel 2002 non mi occupavo di politica, ma sono certo che non avrei mai firmato né ratificato un accordo secondo il quale gli oneri della ricostruzione sarebbero ricaduti sui cittadini mentre gli onori, anzi i guadagni, sarebbero rimasti in mano ai privati».
E il sindaco punta anche il dito contro la recente richiesta di canone da parte della famiglia di 1 milione e 700mila euro, soluzione per sanare l’attuale inquilino Fondazione. E ricordando che gli eredi rinunciarono a «16 milioni di euro per l’esproprio – il primo cittadino avverte -. Se gli eredi vogliono andare avanti su questa strada, allora sono tenuti a restituire allo Stato i 43,5 milioni, lievitati a circa 50 milioni per gli interessi, che sono i soldi pubblici, ossia di tutti noi impiegati per la ricostruzione del Petruzzelli».
«Non abbiamo denunciato Decaro, abbiamo solo scritto una lettera alla ex Provincia dicendole che se ha commesso una svista non approvando il protocollo d’intesa e quella svista ci ha condannato a pagare 43 milioni di euro, tu ex Provincia mi devi risarcire e la magistratura contabile deve indagare su che fine hanno fatto quei 5 milioni di euro della ex Provincia», replica Ascanio Amenduni, uno dei legali degli eredi.
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