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Il sindaco Donatelli

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Il caso Triggiano potrebbe non essere isolato. E’ questo il sospetto della Procura di Bari e dei carabinieri dopo aver sequestrato documenti e due telefoni nell’abitazione e negli uffici di Alessandro Cataldo, marito dell’assessora ai Trasporti Anita Maurodinoia (estranea all’indagine), uno dei 13 indagati nell’inchiesta che ipotizza una presunta compravendita di voti che si sarebbe consumata durante le elezioni di Triggiano.

L’attenzione degli investigatori, in particolare, oltre al contenuto dei due cellulari, è ora focalizzata su un foglio manoscritto con i nomi dei candidati eletti alle ultime elezioni amministrative del Comune di Triggiano, nel Barese, con accanto ad ogni nome le indicazioni relative agli incarichi assegnati, e anche liste degli elettori di tre sezioni di Noicattaro, altra città dove si è votato nell’ottobre scorso.

Nell’indagine, al momento, sono indagato, tra gli altri, il sindaco di Triggiano, Antonio Donatelli, rieletto nell’ottobre scorso, due consiglieri comunali triggianesi. L’ipotesi del procuratore aggiunto Alessio Coccioli e dei sostituti Savina Toscani e Claudio Pinto, con riferimento per il momento alle sole elezioni di Triggiano, è che Cataldo, che è assistito dagli avvocati Mario Malcangi e Gianni Signorile, abbia attivato una rete di «gregari» per individuare e contattare cittadini disposti a vendere il loro voto in cambio di 50 euro.

«Spero e credo che alla base di questa indagine ci sia soltanto un malinteso e mi turberebbe pensare a una strumentalizzazione da parte di chi possa aver instillato dubbi su comportamenti altrui», ha detto ieri Maurodinoia, commentando l’inchiesta della Procura di Bari. Cataldo, considerato il «creatore» del movimento politico «Sud al Centro», è ritenuto dagli inquirenti anche l’organizzatore del presunto sistema illecito di corruzione elettorale in base al quale – è l’ipotesi investigativa – agli elettori sarebbero stati promessi 50 euro per ogni voto.

L’assessora, ieri, ci ha tenuto a ricordare che «il provvedimento non interessa me personalmente, anche perché io non mi occupo più di quella formazione politica di Sud al centro, avendo diverso tempo aderito ad una formazione politica di diversa estrazione», il Partito democratico. «Ho fiducia nell’attività investigativa dei magistrati – ha concluso – che faranno sicuramente chiarezza sulla questione legata alla elezione del sindaco del Comune di Triggiano». Anche il gruppo consigliare “Con Emiliano” ha preso le distanze, precisando che «la lista presente alle scorse elezioni amministrative “Con Donatelli” del Comune di Triggiano è stata formata su iniziativa del sindaco Antonio Donatelli, alla stregua di una lista civica.

L’iniziale autorizzazione all’uso del simbolo era stata in seguito revocata, a causa del mancato accordo col Partito democratico». Secondo l’accusa, in occasione dell’ultima tornata delle amministrative, il 3 e 4 ottobre scorsi, per favorire la riconferma di Donatelli, Cataldo avrebbe attivato nel suo comune di residenza, Triggiano, un sistema per «comprare voti» con una rete di «gregari» che contattava i cittadini disposti a dare la propria preferenza in cambio di 50 euro. Alle elezioni il sindaco Donatelli è stato riconfermato con il 60,5% dei voti, battendo il candidato sostenuto anche dal Pd, Giovanni Campobasso, che si è fermato al 39,5%. Il sindaco riconfermato era sostenuto da otto liste civiche, tra cui Senso Civico e Triggiano al Centro.

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