L'area del mercato del lunedì
2 minuti per la letturaNon accenna a diminuire la protesta degli operatori ambulanti sul Documento strategico del commercio che è in via di approvazione a Bari. Una nuova assemblea si è tenuta l’altra sera, analizzando una serie di provvedimenti previsti e non graditi agli operatori.
«Il Documento strategico del commercio della città di Bari che si vorrebbe discutere ed approvare in Consiglio comunale prevede, all’art. 14, punto 8 il divieto di introdurre cani o altri animali nel mercato o nella fiera – è spiegato in una nota dell’associazione Casambulanti -. Anche di questa curiosa disposizione si è discusso nel corso della nuova assemblea generale. Un’assemblea di operatori commerciali che esercitano le loro attività nei mercati quotidiani, settimanali, al coperto e scoperti ma anche una significativa presenza di rappresentanti del mondo del piccolo commercio di vicinato. Anche in questa circostanza l’attenzione è stata concentrata sugli elementi di contestazione del Documento strategico del commercio atteso da decenni ma deludente rispetto alle attese».
Nel corso della relazione espositiva, il presidente di Casambulanti, Savino Montaruli ha parlato di un «Documento che non solo delude per la sua inconsistenza ma soprattutto per l’assenza di tutte quelle disposizioni regolamentari e degli elementi di innovazione e di riqualificazione dello sviluppo socio-economico integrato territoriale».
«La fotografia del piccolo commercio che ne esce dal Documento in discussione è drammatica e la città di Bari sembra aver perso le sue caratteristiche storiche che erano quelle legate al piccolo commercio tradizionale, nei decenni invidiato in tutta la Regione – aggiunge la nota di Casambulanti -. Una città in affanno dalla quale gli investitori scappano via tranne che per le speculazioni finanziarie che si stanno concentrando in quella media media distribuzione che sta ulteriormente aggravando la fortissima concorrenza degli ipermercati caldeggiati sin dagli anni 2000 fino alla distruzione delle piccole imprese, spesso in una drammatica indifferenza generale».
Secondo l’associazione Casambulanti, «oltre 570 postazioni di vendita lasciate libere nei mercati cittadini sono la dimostrazione di questa fuga dalla città e del dramma occupazionale derivante da questa condizione che porta dietro di sé anche conseguenze sociali visto che le sacche di disoccupazione derivanti spesso sono fonte di approvvigionamento di facile manodopera da parte della criminalità dilagante, organizzata e di strada» .
In questa situazione, gli operatori commerciali continuano a sentirsi del tutto estromessi. «In merito alle tantissime proposte presentate – prosegue la nota – in attesa dell’incontro già richiesto al sindaco Antonio Decaro, le aree di fiscalità di vantaggio, l’estensione territoriale del Distretto urbano del commercio, l’eliminazione di incongruenze e penalizzazioni già maldestramente inserite nel Documento in approvazione, come i mercati serali addirittura per tre mesi consecutivi ed in tutta la città per l’intera settimana ma anche una serie di clausole contra legem come, ad esempio, il divieto di svolgimento dei mercati nelle giornate festive». Infine, è stata sottolineata ancora una volta «la condizione di estremo degrado ambientale che si registra in alcune aree mercatali della città».
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