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Protestano davanti al porto di Bari contro il caro gasolio le delegazioni di quasi tutte le marinerie della Puglia. Lo stato di agitazione va ormai avanti da una settimana, perché il costo del carburante è triplicato negli ultimi mesi e i pescatori lamentano di non riuscire a rientrare nei costi dell’attività.

Dopo giorni di proteste nelle singole città, oggi sono arrivati a Bari da Manfredonia, Barletta, Trani, Bisceglie, Molfetta, Mola di Bari e Monopoli, con striscioni e fumogeni.

«Aspettiamo risposte dalla Regione che aveva detto che si sarebbe fatta carico della situazione per darci una mano e permetterci di tornare a mare», ha spiegato Domenico Carpano, vicepresidente dell’associazione armatori di Manfredonia, la marineria più grande della regione con circa 200 imbarcazioni e pescherecci.

«Si stabilisca un prezzo fisso alla pompa da 0,50 a 0,60 euro. Poi la differenza la deve pagare lo Stato che ha il dovere di trovare una soluzione alle esigenze dei cittadini e delle imprese» ha affermato Nicola Parente, pescatore di Mola di Bari, la seconda marineria della regione per numero di imbarcazioni, circa 90. «Noi non chiediamo mance o elemosine, chiediamo di essere messi nelle condizioni di continuare a fare il nostro lavoro» ha continuato.

«Da venerdì scorso protestiamo perché dopo tante promesse non abbiamo ottenuto niente» ha dichiarato Cosimo Marasciulo, presidente del Consorzio Mare Blu di Monopoli, dove le imbarcazioni sono 75. «Qui c’è gente – aggiunge – che sta perdendo le barche e le case, siamo alla disperazione».

Anche la marineria di Molfetta, con le sue 50 imbarcazioni, sta protestando oggi a Bari. «Chiediamo di essere ascoltati – ha detto Paolo Spagnoletta – , dopo le promesse di tre mesi fa siamo tornati in mare, ma la situazione è peggiorata e risposte ancora non ne abbiamo avute. In queste condizioni è impensabile uscire in mare».

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