3 minuti per la lettura
Quasi 380 casi di estorsioni e usura scoperti nella sola provincia di Bari in un anno, ma si tratta solamente della punta dell’iceberg perché la paura di ritorsioni e l’omertà tengono nascosto un fenomeno che, secondo gli inquirenti e le relazioni della Dia e Dna, è molto più diffuso. Tra luglio 2019 e giugno 2020 a Bari sono stati denunciate 329 estorsioni e 50 episodi di usura, rispetto al 2018 c’è stato un incremento pari a 31 casi.
Se si considera tutto il distretto di Corte di appello di Bari, quindi includendo anche le province della Bat e di Foggia, le estorsioni denunciate a cavallo tra il 2019 e il 2020 salgono a 963, mentre i casi di usura sono 101. Oltre mille episodi. Ma, come detto, questo è solo quello che si vede, poi c’è tutta un’attività criminale sommersa, non venuta a galla perché non denunciata.
Secondo la Dia, usura ed estorsioni sono le due principali fonti di approvvigionamento dei clan, insieme allo spaccio di droga le attività più remunerative. E con l’emergenza Covid le cosche hanno potuto persino allargare il loro campo di azione, andando a sfruttare un tessuto economico indebolito: aziende a corto di liquidità, famiglie sempre più povere, fabbriche e piccole attività commerciali sull’orlo della chiusura.
«In Puglia – lancia l’allarme la Dia – l’attuale situazione economico-sanitaria causata dalla pandemia Covid-19 ha profondamente inciso sulle strategie criminali dei clan sempre pronti a consolidare il proprio consenso sociale sul territorio». Non solo: «La propensione affaristica – sostiene sempre la Dia – si concretizza in una spiccata duttilità operativa su più fronti (socio-economico, finanziario e politico-amministrativo) di tutte le mafie pugliesi.
La camorra barese, ad esempio, lungi dall’essere un rozzo agglomerato criminale da strada avrebbe negli anni privilegiato i settori più remunerativi del traffico di stupefacenti, del contrabbando e con un trend in notevole ascesa della gestione del gioco e delle scommesse on-line, senza tuttavia tralasciare le attività estorsive e l’usura».
Un recente studio di Confcommercio conferma il trend in ascesa: «Carenza di liquidità e calo dei consumi – è scritto -hanno rappresentato il principale ostacolo all’attività di impresa durante l’emergenza sanitaria mettendo in difficoltà il 60% delle imprese del commercio e della ristorazione; quasi il 30%, invece, tra burocrazia e le necessarie procedure di sanificazione, igienizzazione e altri protocolli di sicurezza, ha visto incrementare i costi; ma c’è anche un 11% di imprese che indica nella criminalità un ulteriore, pericoloso ostacolo allo svolgimento della propria attività.
In particolare, circa il 10% degli imprenditori, in questo periodo, risulta esposto all’usura o a tentativi di appropriazione “anomala” dell’azienda, ma la percentuale cresce fino a quasi il 20% per quegli imprenditori che sono molto preoccupati per il verificarsi di questi fenomeni nel proprio quartiere o nella zona della propria attività».
Gli aspetti problematici dell’attuale frangente sono, quindi, ben presenti agli imprenditori. Le questioni strettamente economiche sono le più importanti per l’equilibrio aziendale e quindi per la vitalità dell’attività produttiva: liquidità e calo di domanda. Più fragile è l’impresa, più elevata è la pressione. E i settori del «food away from home» sono certamente quelli che più hanno sofferto e più stanno soffrendo perdite di fatturato e di reddito, diventando così più esposti alle pressioni della criminalità.
Sempre più pugliesi in difficoltà economica sono potenziali vittime dell’usura, come dimostrano anche i dati della Fondazione Antiusura di Bari. Nel solo 2019, infatti, 550 persone indebitate sono state ascoltate dal centro. A confermare quanto sia esteso il fenomeno criminale, ci sono poi i dati relativi ai fondi di solidarietà erogati: la Puglia è la regione – dopo Sicilia e Campania – che ne ha più usufruito, con 2.117.499 euro per l’estorsione e di 2.968.075 euro per l’usura. Le istanze presentate per il periodo 2017-2019 sono 144 per estorsione e 139 per usura.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA