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Il Pugliashire potenzia il suo fascino grazie alla felice convergenza di territorio, prodotti agricoli di grande qualità, cibo biologico per davvero.
La storia del Gruppo Divella di Gravina, che si dipana in cent’anni – la candelina del secolo di vita, iniziato con la creazione di un mulino nella città murgiana, sarà spenta l’anno prossimo –, segue questo filo conduttore e ne va fiera.
Christian Divella, 42 anni, appartiene alla quarta generazione di un’imprenditoria capace di coniugare la tradizione con la ricerca della novità, sempre nel solco di un cibo che fa parte della memoria.
Dal pane e la pasta prodotti alla fine della Prima Guerra Mondiale, seguendo uno dei rami familiari, quello capitanato dal prozio Salvatore, insieme al fratello minore Michele, nacque un’azienda che, nei momenti d’oro, arrivò anche ad occupare 700 addetti.
Ora Christian, suo pronipote e nipote di Michele, da amministratore delegato aperto all’innovazione e affascinato dalla Ricerca e Sviluppo, punta su un’ulteriore evoluzione produttiva che diversifichi la presenza Divella a Gravina e dintorni, oltre il network della grande distribuzione attivo da vari decenni. Ci descrive due produzioni di nicchia in cui interviene come consocio, sempre alla luce di una strategia di valorizzazione della “pugliesità”.
«In pieno lockdown, nel 2020, abbiamo rilevato quote societarie di “Mamma Mia Lab – Apulian Comfort Food”, una start up fondata dalla sommelier dell’AIS, chef e cultrice di cibo bio Natascia Zdravkovic a Turi, in provincia di Bari. Di origine bosniaca, è in Italia da oltre vent’anni e ama le prelibatezze pugliesi.
Produciamo conserve vegetali e di frutta secondo la stagionalità, con materia prima strettamente locale: praticamente vediamo crescercela sotto gli occhi, a cura di conferitori autoctoni».
Il segreto è sotto la luce del sole. Niente magheggi, la naturalità del prodotto è l’unico obiettivo. Spiega Divella: «Il raccolto arriva subito ai nostri laboratori ad alta tecnologia per la trasformazione.
Il processo di pastorizzazione è esclusivamente naturale e si realizza con i soli EVO, aceto e limone BIO, grazie ad un’antica ricetta tramandata da generazioni. Vietati conservanti o coloranti».
In tutto, tipologie naturali e bio, realizzate con prodotti Presidi Slowfood o DOP, come la composta di cipolla di Acquaviva o quella di ciliegie Ferrovia di Turi o, ancora, di limone femminiello del Gargano.
Una seconda start up, rigorosamente promotrice del made in Puglia, rappresenta un “ritorno al futuro” per il Divella Group di Gravina, visti i loro trascorsi fra mulino e pastificio.
«Alla fine del 2019 – narra Christian Divella – ho incontrato due bravissimi panificatori, Gianni Di Canio e Alessandro di Canio, di cui ho apprezzato l’attenzione per l’eccellenza. Abbiamo così fatto un’alleanza nel marchio Divì Eatamore, ove si uniscono la produzione artigianale di panificatori esperti e la nostra tradizione alimentare centenaria. Nascono così delle fantastiche basi precotte per paninburger, per pizza (classica e multicereali), per la puccia e per la lunetta, anch’essa nelle due declinazioni».
I prodotti hanno riscosso grande successo, nello scorso ottobre, a Tutto Food di Milano. «Ciò – continua il Ceo di Divella Group – insieme a La Pugliarè, una base di pizza alla pala precotte che, da un modello romano, si è del tutto “pugliesizzata”, con una lunga lievitazione – oltrepassiamo le 24 ore – e creata coi nostri grani di Gravina, sia biologici, sia tradizionali e con l’assenza di conservanti. Ne facciamo un punto d’onore; solo pochi ingredienti, curatissimi, quali la nostra farina, acqua, sale iodato, lievito naturale e olio extravergine di oliva Lamaconte. Anche qui profondiamo Ricerca e Sviluppo: ci sono la Pugliaré a base di farina mista con quella di riso Venere; le mini e le quadre».
L’entusiasmo con cui Christian Divella racconta di questi prodotti, della sua azienda, della tradizione di famiglia, della sua passione per lo studio che l’ha condotto alla laurea e due master è pari a quello che usa per parlare di Rosita, sua moglie, bravissima manager, che ha lasciato i successi milanesi perché vuole lavorare fianco a fianco con lui, sì da cogliere sempre nuovi traguardi aziendali, come d’altronde fece la madre di Christian, Grazia, con il marito Salvatore; di una figlia quattrenne dal visetto vispo e arguto; di un’altra figlia in arrivo.
E, poi, ecco un excursus in una storia familiare densa di avvenimenti, a partire dal mulino di cent’anni fa e passando per la Pasta Diva, ancora in produzione, un altro orgoglio del palmares familiare. Divella non nasconde la soddisfazione nel vantare un primato nell’export: «Fummo i primi, ai principi del ‘900, a portare la pasta pugliese negli Stati Uniti, la Pasta Diva, contando su un pastificio che, all’epoca, era il più avanzato del Mezzogiorno. L’anno prossimo rilanceremo il marchio alla grande».
La brusca interruzione produttiva patita nel dopoguerra non li piegò. Salvatore Divella ricostruì una leadership imprenditoriale creando, nel 1968, un caseificio, un frantoio e un panificio, per poter vendere i prodotti realizzati dall’azienda direttamente al consumatore finale, e, nel contempo, si inaugurò il primo supermercato della famiglia Divella. Fu la prima volta che si realizzò, in modo organizzato, nel Sud, il concetto di Filiera.
Cinque anni dopo prese avvio l’attività del Divella Group nel canale della distribuzione, che si ampliò sempre di più e raggiunse fra gli anni ’90 e il 2000 dimensioni ragguardevoli.
«Il mio lavoro in azienda – specifica Christian – si è consolidato da dieci anni a questa parte: quale amministratore unico e Responsabile Marketing e Sviluppo della Divella Group di Gravina, ho puntato a implementare l’introduzione di prodotti a “Km 0”, a beneficio della salute dei consumatori e ho stimolato i produttori locali a mantenere stand alti di qualità e di valorizzazione della tradizione».
I punti vendita son cresciuti, in un ventaglio diversificato, e, nel frattempo, sta per inaugurarsi, nel 2022, la nuova struttura ammiraglia, a Gravina, traslocando da Ginosa.
«Abbiamo, al momento, 100 addetti e guardiamo a immettere tecnologie avanzate nei nostri processi – conclude Christian Divella – ritornando anche alle origini produttive. In più, siamo attenti a iniziative innovative come D-Academy, una palestra di best practice dove sviluppare processi e progetti culturali, attività di continuing training nonché la scuola di cucina chiamata Cookamis e le Botteghe dell’Eccellenza, per i prodotti alimentari di nicchia.
Di idee per il futuro che ne sono tante: e-commerce, spesa a domicilio, etichette interattive (recanti prezzo, valori nutrizionali, provenienza e promozioni), corsie high tech. Il futuro ci trova pronti ad accoglierlo».
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