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Gli effetti negativi indiretti del Covid hanno segnato anche il 2021: rispetto al 2019, negli ospedali e ambulatori della provincia di Bari si sono registrati meno ricoveri, meno prestazioni ambulatoriali e meno accessi ai pronto soccorso. C’è stato un leggero recupero dell’attività nel confronto con il 2020, però i numeri restano negativi: i ricoveri sono stati 7mila in meno; sono state effettuate 430mila visite e controlli in meno e gli accessi ai pronto soccorso sono stati 83mila in meno.

In sintesi, i residenti della provincia di Bari anche nel 2021 si sono curati meno, hanno fatto meno prevenzione e tutto questo, inevitabilmente, si ripercuoterà sulla salute dei cittadini. Nel breve o lungo periodo. I dati sono inseriti nel «Piano triennale integrato della performance e dell’integrità 2022-2024» approvato dall’Asl Bari: nel 2019 i pazienti che furono assistiti nei pronto soccorso delle strutture pubbliche furono 240.837, nel 2021 solo 156.121.

Capitolo ricoveri, nel 2019 furono 45.951, due anni dopo 38.525. Infine, prestazioni ambulatoriali: nel 2019 furono 4.843.939, nel 2021, invece, 4.416.987, oltre 400mila visite ed esami in meno su una popolazione di circa 1,25 milioni di abitanti. Cifre che non fanno dormire sonni tranquilli sul fronte delle ricadute che potrebbero esserci sullo stato di salute: meno prevenzione e controlli potrebbero causare un peggioramento.

D’altronde le prime avvisaglie ci sono state già: tra ottobre 2021 e gennaio 2022 a Bari città si sono registrati 66 decessi in più rispetto al dato atteso, cioè quella calcolato sulla media ponderata degli ultimi cinque anni al netto dell’avanzamento dell’età della popolazione. In particolare, è a dicembre che si è concentrato il maggiore eccesso di morti, il 18% in più rispetto alla media: 293 contro i 248 «attesi».

Ma anche negli altri mesi il dato è stato sempre superiore: +2% a ottobre, +6% a novembre, +2% a gennaio. È quanto rileva il monitoraggio del ministero della Salute e riportato nella relazione «Andamento della mortalità giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19».

Lo studio analizza l’impatto del Covid, ma in realtà questo eccesso di decessi poco ha a che fare con il coronavirus, visto che è a gennaio che c’è stato il picco di morti per Covid. Però, come spiegano i medici, sul numero elevato di decessi può avere, comunque, influito indirettamente la pandemia: in sostanza, la riduzione degli esami e visite di controllo e i timori a recarsi negli ospedali potrebbe aver provocato direttamente morti per altre cause.

Tra l’altro Bari è anche un caso, visto che nel resto del Sud non sono stati rilevati scostamenti rilevanti: «Il rapporto settimanale del sistema di sorveglianza Sismg – si legge nel documento ministeriale – aggiornato al 25 gennaio 2022 evidenzia una mortalità in linea al Centro-Sud e in lieve calo al Nord rispetto alla settimana precedente».

C’è stato, quindi, un lieve calo della mortalità nelle città settentrionali ed un valore stabile nelle città del Centro e del Mezzogiorno. «L’andamento stagionale della mortalità – è scritto ancora – evidenzia gli incrementi della mortalità totale osservati in corrispondenza delle diverse ondate epidemiche indicate dalla banda verticale rossa.

In concomitanza con la quarta ondata (a partire dal mese di dicembre 2021) si osserva un incremento della mortalità seppure più contenuto rispetto alle ondate precedenti. A partire da questa settimana si osserva un lieve calo della mortalità rispetto alla settimana precedente».

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