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L’ASL di Bari fa retromarcia: l’azienda sanitaria è pronta a restituire a novembre tutti i soldi sottratti dalle buste paga dei medici di famiglia. L’annuncio, accompagnato dalle scuse, è stato fatto durante il faccia a faccia tra la direzione dell’Asl e le organizzazioni sindacali: la direzione strategica si è giustificata sostenendo che si è trattato di un difetto di comunicazione tra i diversi uffici e ha garantito che nella prossima mensilità saranno restituite tutte le somme trattenute, azzerando quindi tutte le posizioni in modo poi da poter avviare la procedura di verifica dettagliata.
In tutta la Puglia sono almeno 5mila i professionisti che denunciano di aver subito le trattenute da parte delle aziende sanitarie. La vicenda ruota attorno ad un errore probabilmente informatico o di trascrizione, di cui però i medici non hanno colpe: in sostanza, centinaia di pazienti sarebbero rimasti iscritti nelle liste dei medici di famiglia, ma in realtà, nel frattempo, sarebbero morti o si sarebbero trasferiti altrove.
La Regione Puglia avrebbe continuato a pagare i medici per questi pazienti, ma le Asl hanno battuto cassa imponendo ai medici la restituzione dei soldi con «prelievi» direttamente sulla busta paga. Nei giorni scorsi i sindacati Fimmg, Smi e Snami avevano inviato un documento alle sei Asl e alla Regione Puglia, facendo diverse rivendicazioni e annunciando che si sarebbero rivolgete alle Procure e al Tribunale del Lavoro nel caso le aziende non avessero fatto un passo indietro.
«Si chiede – veniva scritto nella lettera – l’avvio da parte della Regione di una verifica di eventuali responsabilità anche perché se è vero che i medici saranno chiamati a restituire quanto irresponsabilmente erogato, risulta che le Asl, nell’avviare i processi di verifica e recupero, sostengono costi non dovuti, contratti per adeguamento dei sistemi informativi, e quindi un potenziale danno patrimoniale per la Pubblica amministrazione. Nel contempo – aggiungevano – rivendichiamo il diritto di ciascun medico ad avere certezza dei propri compensi».
Le organizzazioni denunciavano anche «il grave e scorretto comportamento tenuto da alcune Asl che hanno avviato il recupero senza il preliminare confronto» e, quindi, chiedevano «la restituzione immediata delle somme prelevate».
Gli stessi sindacati, già ad agosto, avevano diffidato le Asl dall’effettuare le trattenute in busta paga, senza prima aver dimostrato gli errori ma le aziende avevano comunque proceduto con i «prelievi». Adesso c’è il passo indietro dell’Asl di Bari, pronta a restituire i soldi ai medici di famiglia, evitando così ricorsi e denunce.
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