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Il neonato trovato morto in una culla termica di Bari era vivo quando è stato lasciato. Riscontrato un malfunzionamento die sensori della culla che non hanno fatto scattare l’allarme al cellulare del parroco.


BARI- La chiamata dalla culla termica della chiesa san Giovanni Battista di Bari  he avrebbe dovuto allertare il parroco, don Antonio Ruccia, che un neonato era stato lasciato là, non è mai partita. Un dettaglio cruciale emerso dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Angela Morea, condotte dalla squadra mobile di Bari. L’analisi dei tabulati telefonici ha confermato che nessuna chiamata è stata effettuata al cellulare del parroco, l’unico collegato al sistema di allarme della culla.

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Secondo quanto emerso dalle indagini il neonato di circa 20 giorn trovato senza vita nella culla termica della chiesa di San Giovanni Battista a Bari la mattina del 2 gennaio scorso sarebbe stato lasciato vivo nella culla. Gli accertamenti tecnici sulle apparecchiature presenti nel locale in cui era situata la culla hanno rivelato una serie di gravi anomalie. In primo luogo, i sensori del materassino, che avrebbero dovuto attivare l’allarme con il peso del bambino, sembrerebbe che non funzionavano correttamente. In secondo luogo, il climatizzatore della stanza, a causa di una perdita di gas, sembra emettesse aria fredda anziché calda. L’autopsia sul corpo del neonato ha rivelato che il decesso è sopraggiunto per ipotermia. Entro venerdì è prevista la consegna della relazione finale dei consulenti nominati dalla Procura sulle apparecchiature del locale.

IPOTESI OMICIDIO COLPOSO IL NEONATO MORTO NELLA CULLA TERMICA DELLA CHIESA SAN GIOVANNI BATTISTA DI BARI

Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Bari, si concentrano ora sull’ipotesi di abbandono di minore a carico di ignoti e omicidio colposo. Quest’ultimo reato sarebbe, al momento, nei confronti del parroco don Antonio Ruccia e del tecnico Vincenzo Nanocchio. Quest’ultimo aveva installato la culla nel 2014 e ne aveva sostituito l’alimentatore lo scorso 14 dicembre in seguito a ripetuti blackout.

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