La stazione di Acquaviva delle Fonti
3 minuti per la letturaIl giorno dopo è il giorno del lutto, dell’incredulità, delle lacrime ma anche delle polemiche. La morte della giovanissima Angela Giancaspero, 16 anni di Cassano Murge, risucchiata da un treno Intercity mentre era seduta su un muretto a ridosso dei binari della stazione di Acquaviva delle Fonti, per quanto sia stata causata da una tragica fatalità forse si sarebbe potuta evitare. Lo pensano in molti in paese il giorno dopo, lo dice senza giri di parole il sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci: con maggiore sorveglianza si sarebbe impedito a degli adolescenti di incontrarsi e trascorrere le serate a pochi metri da dove passano a velocità sostenuta anche i treni a lunga percorrenza. Proprio come il convoglio che ha fatto perdere l’equilibrio ad Angela, risucchiandola e investendola.
Quella di Acquaviva, alla pari di altre decine, è una stazione deserta, buia e senza vigilanza, che si trasforma in ritrovo di minorenni che preferiscono i muretti a ridosso dei binari per chiacchierare fino a tarda ora, anziché le più animate e illuminate piazze di paese. La tragedia si è consumata alle 20.45 di sabato sera, quando l’Intercity notte Lecce-Milano, a 100 chilometri all’ora, ha risucchiato l’adolescente che era seduta sul muretto più basso della banchina che costeggia i binari, a poche decine di centimetri dalle rotaie, e che forse non ha sentito arrivare il treno perché indossava delle cuffiette e ascoltava musica.
Così lo spostamento d’aria generato dalla corsa del convoglio l’avrebbe inghiottita. La ragazza ha sbattuto violentemente gambe e testa su una delle carrozze e per lei non c’è stato nulla da fare. Il convoglio si è immediatamente fermato, quando i soccorsi e le forze dell’ordine sono arrivati sul posto, però, la 16enne era già morta. E’ stata ritrovata riversa su alcuni massi a qualche metro dal luogo dell’impatto, tra la disperazione e l’incredulità di chi ha assistito alla scena e dei familiari subito contattati e giunti in stazione.
Con lei c’erano due o tre amici, ma nella stessa zona c’erano altre decine di ragazzi che, due ore, prima erano stati invitati proprio da Carlucci ad andare via. I rilievi tecnici sono stati affidati alla Polizia ferroviaria di Bari e ai carabinieri, coordinati dal pm di turno Manfredi Dini Ciacci, che si è recato sul posto. Altri giovani che erano lì al momento della tragedia e amici della vittima sono stati ascoltati fino a tarda ora sabato dagli investigatori, confermando l’ipotesi della fatalità. Ieri mattina il medico legale Biagio Solarino ha effettuato l’esame esterno del cadavere nel Policlinico di Bari e l’orientamento della Procura è di non disporre l’autopsia, perché la dinamica appare chiara e al momento non si ipotizzano responsabilità.
Quello che è emerso dal racconto dei presenti e dalle parole del sindaco di Acquaviva, Davide Carlucci, che ha annunciato il lutto cittadino, è che quella stazione da tempo era diventata un “pericoloso luogo di ritrovo» dei giovani nelle ore serali, quando non c’è personale né vigilanza. Anche il Comune di Cassano Murge, paese originario della 16enne, proclamerà il lutto cittadino nel giorno dei funerali che non sono stati ancora fissati in attesa che la magistratura decida come procedere.
Nonostante la certezza che si sia trattato di una fatalità, le polemiche per la mancata sorveglianza e sicurezza dell’area non si placano: il Comune di Acquaviva sette anni fa ha presentato un progetto per creare una velostazione, sono disponibili già 300mila euro che restano, però, congelati in attesa di un via libera. Che non arriva, imbrigliato in chissà quale maglie della burocrazia.
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