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I classici ritrovi. La stazione centrale e i giardini di piazza Moro. Ma anche nuove realtà della disperazione. Si va dal viadotto ferroviario di corso Italia (verso la parte finale nel Libertà) sino ai portici di corso Benedetto Croce al quartiere Carrassi. Passando per le zone a ridosso del vecchio stadio e della Fiera del Levante. Si allarga a Bari la mappa della disperazione: le strade e i marciapiedi dove trascorrono le notti i senzatetto. Un fenomeno ampliato dagli effetti della pandemia e salito alla ribalta per le temperature rigide delle ultime settimane. Quando in città, specie nelle ore notturne, cala il gelo.

A lanciare l’allarme e una richiesta d’aiuto ai cittadini è Incontra, l’associazione che da anni si occupa con i suoi volontari di dare assistenza a chi non ha un letto e una casa. La distribuzione di pasti caldi, di coperte, di latte e biscotti, di indumenti, di articoli per l’igiene personale. O semplicemente di una parola di conforto a chi vive in piena emergenza umana e sociale.

«Le temperature rigide di questi giorni non rallentano l’operato dei volontari, ma lo intensificano in favore dei nostri amici senza dimora che si ritrovano ancora di più in più difficoltà – spiegano dall’associazione -. Per ottimizzare il nostro servizio, che svolgiamo tutte le sere della settimana, abbiamo creato una mappatura dei punti in cui si trovano gli storici assistiti, integrati dalle varie segnalazioni inviateci dai tanti calorosi baresi. In questa maniera possiamo garantire un’assistenza più veloce e monitorare più facilmente i senza dimora».

E le segnalazioni appunto non sono mancate, sono arrivate da diversi quartieri. Da Carrassi dove da alcune settimane i portici di un complesso residenziale di corso Benedetto Croce sono diventati il ricovero di fortuna per alcuni o dal Libertà dove, lungo via Crispi, da mesi c’è un uomo accampato nei portici di un palazzone, lì dove una volta c’erano i magazzini Standa. Anche in questo caso, si assiste alle classiche scene di disperazione: un materasso di fortuna, coperte e decine di bustoni attorno. Le stesse di corso Italia dove da settimane i residenti hanno segnalato la presenza di veri e propri accampamenti sotto il viadotto ferroviario, verso la chiesa Redentore. Ci sono tende, panni stessi, qualche braciere e qualche fornellino.

«Il nostro impegno è rimanere fino a tarda notte per distribuire cibo, coperte, sciarpe, cappelli e vestiti per le strade della città. Vi rinnoviamo la richiesta di donarci coperte e generi alimentari e di continuare a segnalare la presenza dei nostri amici» dicono ancora dall’associazione Incontra.

Meno di una settimana fa, a fine gennaio quando le temperature si sono avvicinate allo zero, gli stessi volontari avevano lanciato un appello: «Aprire le chiese per dare un posto caldo ai senzatetto». Sono circa 60 le persone che oggi dormono per strada. Si tratta di soggetti che spesso devono fare i conti con dipendenze legate alle droghe, al consumo di alcol o con problemi psichiatrici.

E spesso per scelta decidono di vivere per strada rifiutando così una sistemazione in uno dei dormitori comunali o in quelli gestiti da associazioni e parrocchie. Da qui l’appello di Incontra, anche attraverso i social, a segnalare la presenza di persone che dormono all’aperto. Incontra è dotato di un camper che spesso ha la sua base fissa in piazza Moro, specie per la distribuzione di pasti caldi e del cibo invenduto donato da alcune attività commerciali.

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Alice Possidente

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