Gli operai ieri al lavoro per ripulire e sistemare i locali del giardino di via Siponto devastati dai teppisti
3 minuti per la letturaLe vetrate risistemate, i locali puliti e l’inizio delle operazioni di pitturazione. L’ennesima, per cancellare ogni traccia delle scritte e degli scarabocchi che per mesi hanno caratterizzato le pareti di questa struttura. Non si è fatta attendere la risposta del Comune a meno di 48 ore dal raid vandalico andato in scena domenica sera all’interno del giardino di via Siponto, nel cuore del quartiere Japigia. Da ieri la ditta incaricata di portare a termine i lavori di questo nuovo angolo di socializzazione è tornata all’interno dei locali per eliminare tutte le brutture della devastazione consumatasi tre giorni fa.
Domenica scorsa, intorno alle ore 19, qui è scoppiato un incendio forse a causa dell’esplosione di alcuni petardi e ad opera di un gruppo di cinque, sei giovanissimi – si tratterebbe di minorenni – che avrebbero così deciso di dare sfogo alla loro noia e alla loro voglia di distruggere. In una sorta di staffetta del vandalismo, visto che sempre qui c’erano già stati analoghi episodi. Prima i danni alle pareti e alle vetrate, poi le scritte sui muri, poi ancora altri danneggiamenti vari. E infine l’episodio di qualche giorno fa e sul quale la polizia locale ha visionato le immagini delle telecamere per risalire agli autori. Si tratterebbe appunto di minorenni, tra loro ci sarebbero anche alcune ragazzine, in quella che ha tutte le sembianze della classica ma intollerabile bravata. In una sorta di escalation visto che in queste ore fioccano sui social le testimonianze e le segnalazioni di tanti residenti che sostengono di aver visto, già nei mesi precedenti, «movimenti strani» attorno alla struttura. Un andirivieni di giovanissimi a trascorrere qui delle ore senza alcun motivo, trattandosi di fatto di un cantiere ancora da completare e senza alcuna ufficiale destinazione d’uso.
Un cantiere, per la cronaca, portato a rilento sin dal lontano 2012 nell’ambito del Pirp di Japigia per diversi intoppi tecnici e burocratici. Come è successo ad esempio anche nella vicina pineta San Luca, attesa in primavera per l’inaugurazione, e sulla quale è piombata poco prima di Natale l’ombra delle intimidazioni. Con tanto di minacce – «fate pure, ma poi noi veniamo a distruggerle» – agli operai intenti a montare le telecamere. Un avvertimento che ha fatto infuriare il sindaco Antonio Decaro, tanto da decidere di denunciare l’accaduto. La stessa furia, mista ad amarezza, che il primo cittadino non ha risparmiato nella sua durissima reprimenda di domenica scorsa. Durante il sopralluogo, trasmesso in diretta sui social, Decaro ha voluto mostrare alla città i danni del rogo ma ha voluto soprattutto lanciare un monito agli autori del raid ricordando che «l’essere dei criminali» porta sempre «a fare una brutta fine o in galera o in una bara».
Risistemato il locale di via Siponto, il Comune procederà con gli ultimi passaggi amministrativi e tecnici per mettere a bando la struttura. I locali, dotati di servizi igienici (al momento non danneggiati dal blitz dei vandali) e di uno spazio esterno per i giochi dei più piccoli, potrebbe diventare un punto ristoro o semplicemente un centro per anziani o per giovani del quartiere. Una sorta di luogo di aggregazione per una zona che da sempre necessita di spazi per fare comunità e per allontanare gli insidiosi rischi della strada e della criminalità organizzata. Via Siponto non a caso è situato nel famoso “quadrilatero dei clan”. «Per noi la priorità è valorizzare quell’opera partendo però dal coinvolgimento responsabile di tutti i cittadini e di tutti i residenti. Devono essere loro i primi custodi della struttura» ha ribadito nelle scorse ore l’assessore al Patrimonio Vito Lacoppola.
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