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Sarebbero minorenni e avrebbero agito in più momenti della giornata. Prima al mattino frantumando le vetrate, poi nel tardo pomeriggio per completare il raid. Imbrattando muri, pareti e dando fuoco alla struttura. Forse con l’ausilio di alcuni petardi. La polizia locale è sulle tracce dei responsabili che domenica sera hanno fatto incursione nella struttura coperta del giardino di via Siponto al quartiere Japigia di Bari vandali
Ad aiutare le indagini degli agenti le telecamere che hanno ripreso quei momenti di devastazione. Filmati visionati più volte e nei quali compaiono sei giovanissimi, tra loro anche alcune ragazzine, intenti ad aggirarsi nella struttura per danneggiarla in più parti. Fortunatamente, i danni inizialmente stimati sono più bassi e la riparazione sarà a carico della ditta che sta completando i lavori prima della consegna dei locali al Comune.
Alcune mattonelle dovranno essere sostituite, mentre nessun problema è stato registrato sui servizi igienici e sull’impianto elettrico. La ditta dovrà solo sostituire le vetrate, frantumate a più riprese (anche nelle settimane precedenti), e procedere con la pitturazione delle pareti, imbrattate con scritte e segni di ogni tipo. Le operazioni dovrebbero iniziare già oggi e concludersi in tempi rapidi.
«Abbiamo immagini e stiamo procedendo ad identificare i minori che sono entrati nella struttura prima della combustione e dell’intervento dei vigili del fuoco. Sono minori, maschi e femmine, che hanno esploso alcuni petardi all’interno e poi dato fuoco ad alcune carte già presenti all’interno. La struttura era stata già vandalizzata nei giorni precedenti, sia per quanto riguarda i danni a vetrate e infissi che alle scritte sui muri interni» spiega il comandante della polizia locale Michele Palumbo.
Un episodio che ha ovviamente indignato il sindaco Antonio Decaro, che a poche ore dall’incendio ha deciso di recarsi nella struttura e di mostrare in un video le scene di devastazione, ammonendo fortemente gli autori a «non fare la stessa fine che fanno i criminali: o in galera o in una bara». Parole dure, quelle del sindaco, per una struttura pubblica che si trova proprio nel quadrilatero della criminalità, controllato da potenti famiglie mafiose e legate a esponenti di spicco della malavita. Parole che hanno fatto il giro dei social e che hanno sollevato una generale onda di indignazione contro l’ennesimo scempio a un bene pubblico.
«Difenderemo questa struttura perché vogliamo destinarla ai bambini e ai cittadini» la sfida lanciata da Decaro.
E il Comune già in questi giorni procederà con il completamento di tutto l’iter, dal collaudo tecnico agli ultimi adempimenti contrattuali, per far sì che la struttura possa essere messa subita a bando. «Non abbiamo ancora deciso la sua destinazione d’uso. Ma ci piacerebbe ripensarla per finalità sociali. Penso a un centro per gli anziani del quartiere o un punto di aggregazione per i giovani.
Dobbiamo individuare la migliore destinazione possibile ma responsabilizzando tutti. Il quartiere e i residenti dovranno darci una mano per custodire e valorizzare quel locale. Dobbiamo fare squadra per il bene dei nostri luoghi» avverte l’assessore al Patrimonio Vito Lacoppola.
Insomma, una brutta pagina che si aggiunge a un altro grave episodio risalente a dicembre scorso: sempre qui a Japigia, ma questa volta nella vicina pineta San Luca, alcuni operai erano stati minacciati e invitati ad andare via durante il montaggio delle telecamere.
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