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Uno spettacolo indecoroso tra cumuli di alghe e cattivi odori, accentuati dalle alte temperature di ieri. Una mattina di sole e una domenica per il relax e lo sport si può trasformare in brutta cartolina per Bari. Ne sanno qualcosa i tanti baresi e maratoneti che hanno letteralmente invaso il lungomare di Crollalanza. Alghe ovunque, tanto nello specchio d’acqua del Molo San Nicola quanto tra la litoranea che dal Margherita corre sin verso l’Hotel delle Nazioni. E così, tra l’inevitabile stupore e qualche commento di disapprovazione, in tanti non hanno potuto fare a meno di notare le montagnole di posidonia, tratto spesso distintivo della costa barese e trascinata dalle onde del mare sino a riva.
«Ma cosa aspettano a toglierle?», «ma che brutta immagine in un lungomare così bello» i vari commenti di chi ieri mattina passava da quelle parti per la consueta passeggiata domenicale. Tra il popolo dei runners a sgomitare tra i passanti e famiglie con bambini al seguito e bar della zona presi d’assalto. Ma rimuovere le alghe dal litorale è un’operazione non proprio semplice.
«Si tratta di operazioni che seguono un collaudato e dettagliato protocollo – spiegano ogni volta dall’Amiu, l’azienda comunale dei rifiuti – che prevede, dopo la raccolta, una articolata procedura di asciugatura della quantità di acqua contenuta nei cumuli (quando è possibile) per alleggerirne il peso e quindi i costi di smaltimento, e che interessa tutta la costa cittadina. Proprio in ragione delle grandi quantità di posidonia che si deposita sul litorale è necessario procedere a step, per consentire il conferimento di tutti i cumuli ed evitare di intasare gli impianti». Insomma, bisognerà aspettare tempi migliori per vedere la rimozione di questo speciale rifiuto.
Diametralmente opposto lo scenario a qualche metro più avanti, sempre sul lungomare di Crollalanza. È diventata permanente la chiusura alle auto con contestuale pedonalizzazione di largo Giannella. La rotonda sul mare di fronte a piazza Diaz. Sono state infatti completate le operazioni di allestimento tra segnaletica verticale, sedute in pietra (sono dei cilindri) e fioriere-dissuasori per impedire l’accesso alle auto e ai ciclomotori che prima utilizzavano questo spazio semicircolare per effettuare delle manovre e cambiare senso di marcia. Un’area quindi valorizzata anche grazie all’intervento di urbanistica tattica e alle tracce lasciate dal Biarch, il festival dell’Architettura, con una insolita decorazione bianco-grigia sulla pavimentazione.
Sono state infatti riprodotte a zig zag le onde del mare. Qui però si resta ancora in attesa del completamento di Open, il programma comunale per la mobilità dolce. Dopo aver creato le piste ciclabili light – cioè solo con segnaletica sull’asfalto – su corso Vittorio Emanuele e nella zona di San Cataldo, il Comune avrebbe dovuto creare un altro percorso ciclopedonale su tutto il lungomare, da Nazario Sauro sino al teatro Margherita. Ma ad oggi non si conoscono i cronoprogrammi dell’amministrazione. Resta sempre da definire anche la riqualificazione del lato opposto, quello di piazza Diaz, l’ultima delle piazze sul mare non ancora sottoposta a un intervento di restyling.
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