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BARI – Alle prime luci dell’alba la Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito 14 ordini di carcerazione per traffico internazionale di ingentissimi quantitativi di droga emessi dalla procura generale di Bari. Nove cittadini italiani e 5 di nazionalità albanese sono i destinatari dei provvedimenti.

Nel complesso l’attività di indagine, avviata nel maggio 2016, ha permesso di sequestrare oltre 2300 chilogrammi di droga tra marijuana, cocaina ed eroina, sottraendo alle associazioni criminali proventi stimati in oltre 15 milioni di euro per un totale di circa 7 milioni di dosi singole ricavabili dallo spaccio al dettaglio.

I provvedimenti sono stati eseguiti da oltre 40 unità della D.I.A., in collaborazione con personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. La Corte d’Appello di Bari con una sentenza del 10 maggio 2021 aveva inflitto pene variabili da 2 a 20 anni ,essendo stata riconosciuta anche dalla Suprema Corte di Cassazione la sussistenza, per alcuni condannati, dell’aggravante della «transnazionalità» del reato di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

L’operazione, già nel marzo del 2018, aveva portato alla disarticolazione di due potenti e distinte organizzazioni criminali, operanti in Bari e provincia, con ramificazioni oltre che in Albania, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo dedite all’importazione dall’Albania, via mare di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente. Entrambe le organizzazioni criminali avevano una comunanza di interessi in Italia con organizzazioni delinquenziali pugliesi deputate a compiti logistici ed in Albania con organizzazioni criminali di quello Stato deputate alla produzione, al confezionamento, allo smistamento ed al trasferimento dello stupefacente sull’asse Albania-Puglia-Territorio Nazionale.

Gli investigatori della D.I.A., infatti, hanno monitorato l’approvvigionamento di droga in Albania, il trasporto internazionale sempre avvenuto «via mare», utilizzando natanti appositamente equipaggiati sull’asse «Albania-Puglia», lo sbarco sempre avvenuto in stretta sinergia con le organizzazioni criminali pugliesi, i depositi ubicati in Bari e Provincia, il trasporto sull’asse «Puglia-territorio nazionale» effettuato «via terra» da corrieri italiani con «veicoli staffetta», i destinatari identificati in soggetti domiciliati, oltre che in Puglia, in Sicilia, Campania, Calabria e Abruzzo.

Proprio nel quartiere Carrassi della città di Bari, la Direzione Investigativa Antimafia aveva localizzato un deposito per lo stoccaggio dello stupefacente e individuato un cittadino albanese considerato al vertice di una delle due organizzazioni criminali in grado di avvalersi di pluripregiudicati italiani, alcuni dei quali condannati per associazione di tipo mafioso, impiegati quali custodi e corrieri «all’ingrosso» dello stesso stupefacente proveniente dall’Albania.

Le complesse indagini, effettuate con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione pedinamento e controllo, avevano permesso, tra l’altro, di arrestare «in mare» a Polignano due scafisti provenienti dall’Albania con oltre una tonnellata di stupefacente, un corriere italiano con oltre mille chili di marijuana, due corrieri italiani mentre trasportavano 13 chili di stupefacente destinato a Salerno ed a Tortoreto (Te), nonché due corrieri albanesi con 8 chili di stupefacente a Scicli (Rg) e di individuare un altro deposito a Mola di Bari con oltre cinquanta chili di droga, ivi compreso un panetto di cocaina purissima.

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