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Una fase dell’operazione “Amici miei” della Procura di Bari

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Appalti pubblici agli «amici degli amici» per mantenere o accrescere consenso politico. E’ l’ipotesi attorno alla quale ruota l’inchiesta della Procura di Bari che ha portato ieri all’arresto del sindaco di Polignano a Mare, Domenico Vitto (Pd), e alla esecuzione di altre nove misure cautelari, 5 interdizioni nei confronti di altrettanti imprenditori e 4 arresti, tra i quali il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Salvatore Colella, figura chiave dell’indagine, e tre dirigenti comunali.

Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di concorso in turbativa d’asta, falso ideologico e subappalto illecito per sei presunte gare truccate del valore complessivo di circa 1,2 milioni di euro, bandite tra il 2020 e il 2021. Tra gli appalti ritenuti pilotati dal pm Michele Ruggiero, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza, c’è la riqualificazione, da 850 mila euro, del lungomare di Polignano a Mare, intitolato a Domenico Modugno, con la piazza dove sorge la statua del cantautore, aggiudicata al consorzio “Athanor Stabile” dell’imprenditore Hibro Hibroj (interdetto), “sostenitore della campagna elettorale di Vitto e Colella» in occasione delle elezioni comunali del 2017 e delle regionali del 2020.
Ci sono poi le gare per la manutenzione delle strade e del verde pubblico e per la ristrutturazione di un bene confiscato alla mafia.

Questa attività di «Inquinamento delle gare», come l’hanno definita gli inquirenti, sarebbe stata fatta con falsi sorteggi dei presidenti delle commissioni di gara, affidamenti diretti sotto soglia e informazioni date a ditte «amiche» per modularne l’offerta.

In questo contesto, emerge «L’incontenibile, instancabile e onnipresente» figura del vicesindaco Colella, «Che non perde occasione – si legge negli atti – per manifestare in tutta la sua drammaticità la concezione personalistica, se non addirittura proprietaria, della cosa pubblica.

Egli è letteralmente circondato da una sorta di ‘cerchio magico’ di imprenditori locali che sistematicamente favorisce in modo illecito, attraverso indebite e pressanti interferenze», finalizzate, secondo l’accusa, ad «Accrescere il proprio consenso politico presso gli operatori economici del posto a lui fedeli, aggiudicatari di pubblici appalti in cambio del supporto fornito in campagna elettorale» ma anche di «Lavori edili, manutenzioni stradali in un podere agricolo di proprietà, assunzioni clientelari».

Un «Sistema illecito e deviato – scrive il gip Angelo Salerno nell’ordinanza di arresto, «Cui ha preso parte attivamente anche il sindaco Vitto», il cui «Atteggiamento è assimilabile a quello di Colella, nel considerare le procedure amministrative di proprio dominio, sì da poter violare con indifferenza il dettato normativo, pilotando le nomine delle commissioni di gara e facendo nominare, previa falsa attestazione di sorteggi mai avvenuti, persone colluse, riscuotendo favori e alterando scientemente e volontariamente la regolarità dell’affidamento dei lavori pubblici, in favore di soggetti economici che lo sostenevano politicamente».

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