Un'aula scolastica e il Palazzo di Giustizia di Potenza
2 minuti per la letturaBARI – Nonostante nel 2019 fossero diventate definitive due condanne della Corte d’Appello di Bergamo per violenza sessuale ai danni di alunni minorenni, con l’interdizione perpetua dalle scuole, ha insegnato fino al 2021 l’ex professore barese arrestato dai carabinieri nell’ambito di un’indagine per violenza sessuale aggravata ai danni di un suo ex alunno minorenne, coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza. E’ uno dei particolari emersi durante le indagini sull’uomo, che «in più occasioni, approfittando del proprio ruolo di educatore, avrebbe abusato di propri alunni, ed in seguito li avrebbe minacciati e ricattati».
Le due condanne (a un anno e quattro mesi e a un anno e sei mesi di reclusione) ai danni dell’ex professore, residente in un centro della provincia di Bari, furono decise dalla Corte d’Appello di Brescia nel 2013 e nel 2014 per episodi di violenza sessuale continuata su alcuni minorenni avvenuti in provincia di Bergamo nel 2006 e nel 2009. Le condanne – con l’interdizione perpetua da qualsiasi incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in strutture frequentate da minori – sono diventate definitive nell’ottobre del 2019, ma l’uomo ha ottenuto incarichi come insegnante fino al 2021.
Ulteriori indagini sono quindi in corso per «accertare – è specificato in un comunicato firmato dal procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio – eventuali responsabilità penali nelle condotte di chi, avendo il dovere di sospenderlo o licenziarlo in via definitiva, gli ha consentito di reiterare la commissione di reati grazie alla sua attività di insegnante fino al 2021, nonché per verificare se tra il 2015 e il 2020» l’uomo «possa aver commesso gli stessi gravi reati nei confronti di suoi alunni».
Secondo la ricostruzione degli investigatori potentini, a inizio 2016, il professore avrebbe invitato per la prima volta l’alunno minorenne nel suo domicilio per aiutarlo a colmare le lacune in alcune materie. In un altro incontro, poi, avrebbe abusato dell’alunno e «avrebbe preteso che gli consegnasse la biancheria intima per asserite sue “ricerche” in campo medico».
Per diverse settimane, dopo che si era dimesso dall’incarico di professore, l’uomo ha continuato a inviare messaggi al suo ex alunno, «chiedendogli con frequenza anche settimanale di inviargli proprie immagini o filmati a contenuti sessuali, ottenendoli anche sotto la minaccia di divulgare quanto già in suo possesso». L’estorsione del denaro sarebbe invece cominciata all’inizio del 2020 (e non nel 2016 come si era appreso in un primo momento) per proseguire fino al giugno del 2021: l’uomo sarebbe riuscito a farsi inviare 3.660 euro, attraverso undici bonifici bancari.
Secondo l’accusa, il professore, sempre nel 2016, avrebbe convinto, «promettendogli di fargli conoscere un noto calciatore barese», un altro alunno, in questo caso maggiorenne, a inviargli alcune foto in cui indossava solo biancheria intima. Ma l’alunno ne parlò con i genitori e poi denunciò il professore: la stessa denuncia è stata archiviata nel febbraio 2020 «dopo il raggiungimento di un accordo per una soluzione stragiudiziale, e la remissione della querela da parte del giovane».
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