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Gli oggetti sottratti dalla statua di San Nicola nella Basilica subito dopo il recupero da parte degli agenti della polizia di Stato

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BARI – In buone condizioni e senza alcun danneggiamento. Trovato tra le campagne di Japigia, in quel casolare abbandonato sul quale sin dall’inizio si erano concentrate le indagini. L’oro di San Nicola torna al suo posto grazie al ritrovamento avvenuto ieri pomeriggio a Bari. La polizia ha infatti recuperato la refurtiva, un anello di oro, l’evangeliario con le tre sfere d’argento e un medaglione contenente una fiala della sacra manna, che all’alba di martedì scorso sono stati trafugati dalla teca che custodisce la statua del santo in Basilica.

Un miracolo risolto in cinque giorni, quelli che hanno tenuto col fiato sospeso l’intera comunità di fedeli, i padri domenicani ma soprattutto loro, i baresi. Con tanto di appello in tv anche dell’attore Lino Banfi a “Chi l’ha visto?”.

Gli agenti da diversi giorni avevano attenzionato quel casolare, lo stesso dove è stato trovato il 48enne tunisino Farid Hanzouti, in stato di fermo in carcere da mercoledì notte. Secondo gli inquirenti e secondo i filmati delle telecamere che alle 3 di martedì scorso hanno ripreso l’uomo avvicinarsi in bicicletta e poi entrare in Basilica sfondando prima una grata e poi una porta laterale, sarebbe lui l’autore del furto sacrilego.

A incastrarlo anche due impronte della mano sinistra trovate sulla porta forzata per entrare in Basilica. L’uomo ha però negato ogni accusa dicendo di non saperne nulla e motivando la presenza del denaro, pari a 1.750 euro trovato dagli agenti nel casolare, con la sua attività di parcheggiatore abusivo e del suo impiego in un autolavaggio.

Ma sempre ieri, poche ore prima del ritrovamento del tesoro nicolaiano, la gip Antonella Cafagna ha convalidato il fermo del presunto ladro condividendo così la ricostruzione fatta dalla pm Angela Morea. Non escludendo «l’ipotesi del furto su commissione», secondo la gip sussistono anche le aggravanti contestate dell’aver commesso il fatto «su cose destinate a reverenza» e «agendo con volto travisato con una mascherina FFp2 il cui utilizzo – ricorda la gip – non è più obbligatorio negli spazi aperti».

Ora resta da capire se il quadro accusatorio a carico del tunisino possa in qualche modo cambiare. La notizia del ritrovamento degli oggetti sacri ha in pochissimo tempo fatto il giro della città. Salutato con grande soddisfazione, tanto da essere già ribattezzato “il miracolo di San Nicola”.

«Una notizia che ci riempie di gioia – dice il priore della Basilica Giovanni Distante –. Anche se turbato per il miserevole gesto, ho sempre nutrito fiducia nel sollecito e competente lavoro delle forze dell’ordine. È una delle tante cose di cui la nostra città può andar fiera. Ringrazio, insieme ai miei confratelli, tutti e ciascuno che hanno in vari modi manifestato concreta e amorevole solidarietà. A cominciare dal nostro arcivescovo, i vescovi di Puglia, i fedeli e i devoti tutti. Il valore del ritrovamento, altamente simbolico per la cittadinanza tutta, trasmette fiducia in un momento storico mondiale così difficile. Richiama le responsabilità di ciascuno e di tutti, perché Bari possa restare città felice e di pace nel segno luminoso del suo potente santo patrono».

«Grazie da parte di tutta la città per quello che fate ogni giorno» il commento del sindaco Antonio Decaro che sulla sua pagina Facebook ha ringraziato la polizia postando la foto degli agenti che hanno effettuato il ritrovamento. Sorridono con al centro il piccolo tesoro nicolaiano.

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