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L'ospedale Covid alla fiera del Levante a Bari

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Discordanza tra contabilità dei lavori e stato di fatto, criticità sulle modalità di redazione degli atti contabili e dubbi sul calcolo economico delle migliorie che avrebbe causato un aggravio di costi quantificato in 1,2 milioni, pari cioè al 13% in più rispetto al valore dell’appalto iniziale da 9,5 milioni. Sull’ospedale Covid in Fiera del Levante i conti non tornerebbero, a sostenerlo ieri i componenti della commissione di Collaudo durante l’audizione in I commissione consiliare.

I tecnici sono stati ascoltati per fare chiarezza sulle spese sostenute per l’allestimento dell’ospedale Covid, un’audizione che rientra nell’ambito della più ampia indagine amministrativa sulla gestione da parte della Protezione civile pugliese dell’emergenza dopo l’arresto dell’ex capo dell’Ente, Mario Lerario, finito in carcere lo scorso 23 dicembre con l’accusa di aver intascato due presunte tangenti.

L’appalto iniziale per l’ospedale Covid prevedeva una spesa di 9,5 milioni, poi sono state chieste cinque varianti al progetto che hanno fatto lievitare il costo a 19 milioni circa. Ma, secondo i componenti della commissione Collaudo, già nella fase iniziale ci sarebbero delle anomalie o errori sui quali sono in corso approfondimenti. Infatti, solo considerando il contratto principale, senza cioè le cinque varianti chieste successivamente, secondo la commissione ci sarebbe una discordanza per circa 1,2 milioni di euro tra contabilità dei lavori e stato di fatto dell’ospedale. E questo potrebbe aver avuto, a cascata, conseguenze in termini di maggior costo anche sulle opere aggiuntive.

«Attendiamo ora gli ulteriori approfondimenti da parte del gruppo di lavoro», commenta il presidente della I commissione, Fabiano Amati. «La commissione di collaudo – prosegue – aveva rilevato da tempo alcune perplessità, purtroppo mai risolte e nonostante diverse interlocuzioni con il responsabile del procedimento per la realizzazione dell’ospedale. Tali perplessità consisterebbero nella circostanza che la gara era stata bandita con il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa su progetto preliminare, cioè un elaborato tecnico contenente solo le macro-voci delle prestazioni, per un importo di 9,559 milioni.

Il progetto esecutivo realizzato, contrattualizzato per 9,559 milioni, conteneva però nel computo metrico-estimativo, ossia l’elenco scomposto in dettagli delle macro-voci delle prestazioni, lavorazioni contabilizzate con il segno meno, che a prima vista potrebbero sembrare un regalo ma che nella contabilità significano non già un regalo, ovvero un offerta di migliorie, ma un pagamento a parte rispetto ai 9,559 milioni posti a base di gara e del contratto.

In altri termini, si sarebbe sottoscritto un contratto per 9,559mmilioni, che però faceva riferimento a un computo metrico estimativo superiore del 13 per cento circa, portando quindi il valore del contratto alla maggiore cifra di circa 10,800 milioni». Il gruppo di Fratelli d’Italia, al termine dell’audizione, ha chiesto l’attivazione di una commissione d’indagine ad hoc.

«Quando il primo febbraio 2021 – ricorda Fdi – con l’ospedale Covid in Fiera del Levante non ancora inaugurato, tenemmo una conferenza stampa davanti alla struttura fieristica a Bari e denunciammo fra le tante altre cose la procedura di gara e i costi lievitati dell’appalto, qualcuno sostenne, anche nel centrodestra, che facevamo un’opposizione urlata. Ascoltare in audizione i componenti della commissione di Collaudo che mettono in discussione non solo l’intera procedura, ma anche la quantificazione di quanto sia costata la prima fase di aggiudicazione è sì una soddisfazione, ma anche una grande amarezza, perché a pagare, sia in termini economici sia di salute, sono i pugliesi».

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