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Avrebbero omesso di applicare le raccomandazioni del ministero della Salute per la «prevenzione del rischio del suicidio del paziente in ospedale», non impedendo così la morte di un uomo di 56 anni che si lanciò da una finestra della clinica neurologica del Policlinico di Bari nel 2019.

Per i reati, a vario titolo, di omicidio colposo per omissione e falso ideologico, la Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di sette persone, tra medici e dirigenti del Policlinico, tra le quali il dg Giovanni Migliore. Secondo l’accusa le misure di sicurezza non sarebbero state adottate nonostante due suicidi alcuni avvenuti anni prima.

La vicenda fa riferimento alla morte di un paziente avvenuta il 19 maggio 2019. L’uomo, ricoverato da alcuni giorni «per sincope» dopo «periodo di stress legato a problematiche lavorative» e «con tono dell’umore deflesso», si lanciò dalla finestra della sala di attesa del padiglione della clinica neurologica, «priva di dispositivi antidefenestramento, cadendo al suolo dall’altezza di circa 13 metri con conseguente decesso».

Nell’imputazione per omicidio colposo, la Procura evidenzia che «l’evento suicidiario in questione faceva seguito a due precedenti analoghi episodi suicidiari verificatisi nel Policlinico mediante defenestramento dal padiglione Murri di medicina interna», avvenuti nel gennaio e nell’ottobre 2015.

Nell’indagine dei carabinieri del Nas, coordinata dagli aggiunti Alessio Coccioli e Giuseppe Maralfa con la sostituta Grazia Errede, sono sette gli indagati. Oltre al dg Migliore, ne risponde anche l’ex direttore sanitario Matilde Carlucci e quattro medici: la primaria della neurologia, Maria Trojano; i neurologi Bruno Brancasi e Irene Tempesta; la psicologa Maria Fara De Caro; il professor Alessandro Dell’Erba, responsabile della Gestione rischio clinico e sicurezza del paziente del Policlinico.

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