La Costa Concordia; Giuseppe Girolamo con il suo basso
3 minuti per la letturaPur consapevole dei rischi che stava correndo, non esitò a lasciare il suo posto in scialuppa a due bambini e alla loro madre. Un gesto altruista ed eroico che è costato la vita a Giuseppe Girolamo, il musicista 30enne di Alberobello, morto nel naufragio della Costa Concordia. Sono passati 10 anni da quel maledetto 13 gennaio 2012, ma Giuseppe, eroe vero in un Paese che abusa nell’utilizzo di questa parola, non ha ricevuto nessun riconoscimento.
Avrebbe già meritato quella medaglia al valore civile che in tanti invocano per lui, ma c’è ancora tempo per rimediare. Quella notte davanti all’isola del Giglio 32 persone morirono annegate per una manovra sbagliata del comandante della nave, un «inchino», cioè il passaggio vicino alla costa, pericoloso ed eseguito male. Ecco, adesso è arrivato il momento che sia l’Italia a inchinarsi a Giuseppe.
«Lui con il mare non aveva un buon rapporto, infatti non sapeva nuotare. Il suo gesto eroico è stato ancora più forte, perché sapendo di non saper nuotare ha lasciato il posto della sua scialuppa ad un bambino. Difficile avere quella forza e quel coraggio, un gesto che vorrei che tutti i giovani di oggi e del futuro ricordassero», ha detto papà Giovanni intervistato durante il commovente speciale di Rai1 andato in onda domenica sera.
Sono state le prime dichiarazioni di Giovanni Girolamo, il padre del musicista-eroe per dieci anni ha preferito restare lontano da telecamere e microfoni, vivendo il suo dolore nella maniera più intima e personale. Secondo quanto testimoniato da una delle superstiti, il musicista di Alberobello imbarcato per lavoro sulla Concordia, cedette il suo posto su una scialuppa di salvataggio alla donna, al marito e ai loro due figli piccoli, gemelli, di 3 anni e mezzo all’epoca. Girolamo, che faceva il batterista nell’orchestra sulla nave, non sapeva nuotare.
Una circostanza che testimonia la grandezza del gesto di generosità compiuto. Il suo corpo venne trovato solo due mesi dopo il naufragio. Dieci anni sono trascorsi e a Giuseppe non è stato concesso alcun riconoscimento. Alberobello, però, non ci sta: «Da due anni la prova cardine per conferire al nostro concittadino la medaglia al valore civile c’è: si tratta della testimonianza diretta di un atto che tranquillamente possiamo definire di eroismo.
I due anni di Covid non possono essere una giustificazione. Non capisco perché tutto si sia arenato. Ci vuole solo buona volontà», dice il sindaco di Alberobello, Michele Maria Longo. Eppure l’amministrazione comunale più volte ha inviato la richiesta, in particolare negli ultimi anni sono state trasmesse lettere al ministero dell’Interno, alla presidenza del Consiglio, alla prefettura di Bari e alla presidenza della Repubblica, per chiedere il conferimento alla memoria della medaglia al valore civile a Giuseppe Girolamo.
«Abbiamo inoltrato, secondo la normativa vigente e più di una volta, la richiesta alla presidenza del Consiglio dei ministri della medaglia al valore civile», evidenzia il sindaco. «Abbiamo anche collaborato attivamente perché fosse trovata la testimone che poi è stata individuata, la signora Antonella Bologna che ha ricevuto questo dono estremo da parte di Giuseppe per lei, i figli piccoli e il marito. Noi abbiamo fatto tutto. Negli ultimi due anni mi hanno sempre detto purtroppo che la commissione competente, causa covid, non riesce a riunirsi però – evidenzia il sindaco – mi pare che tutta l’Italia, anche in smart working, sia riuscita a riunirsi: consigli comunali, Parlamento, giunte».
Il sindaco avrebbe voluto intitolare a Giuseppe la piazza centrale di Alberobello, ma «la mamma mi ha espresso il desiderio di non procedere in questo senso perché avrebbe voluto dire per lei avere questa ferita, insanabile sicuramente ma ancora più dolorosa ogni volta che fosse passata dalla piazza». È un «ricordo indelebile che non si cancellerà mai per tutta la mia vita» anche per Antonella Bologna, la donna salvata dal gesto del musicista. «Ci ha salvato. È giusto conferire la medaglia al valore a questo ragazzo perché ha dato la sua vita per gli altri e per i bambini. La merita veramente», ha detto all’Adnkronos.
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