L'ospedale San Paolo di Bari
2 minuti per la letturaAggredita e schiaffeggiata, vittima una dottoressa dell’ospedale San Paolo di Bari, condanna (e denuncia) dell’Asl
BARI – Ancora una aggressione in un ospedale di Bari, dopo il medico del pediatrico Giovanni XXIII rimasto ferito al volto. Questa volta l’episodio di violenza si è registrato al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo dove, ieri pomeriggio, una dottoressa è stata prima insultata e poi schiaffeggiata da una donna, figlia di un paziente assistito il giorno prima e rimandato al domicilio, per una patologia priva di carattere di urgenza e che non richiedeva per questo il ricovero.
La dottoressa ha riportato un trauma cervicale con una prognosi di quindici giorni.
L’episodio è confermato dall’Asl Bari. Non è ancora chiaro il motivo dell’aggressione, secondo una prima ricostruzione la donna avrebbe portato scompiglio nel pronto soccorso, minacciando di morte la stessa dottoressa e altri operatori sanitari presenti costretti a rifugiarsi nelle stanze prima dell’intervento delle guardie giurate e della polizia.
DOTTORESSA AGGREDITA ALL’OSPEDALE SAN PAOLO, LA DENUNCIA DELL’ASL
L’Asl Bari «sta procedendo alla denuncia penale nei confronti di una donna che, domenica pomeriggio, si è recata al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo per aggredire una dottoressa in servizio con schiaffi e minacce».
Annuncia l’azienda sanitaria. «Ancora una volta registriamo episodi di violenza fisica e verbale ai danni di personale sanitario dalla gravità inaudita – ha commentato il direttore generale dell’Asl, Antonio Sanguedolce – ancora una volta siamo chiamati ad intervenire per proteggere chi cura, chi è in prima linea per aiutare gli altri e riceve in cambio insulti e botte».
«Ma non ci arrendiamo – ha proseguito Sanguedolce – a quanti usano i metodi della sopraffazione e non rispettano i nostri operatori in servizio, non possono restare impuniti e per questo, come da procedura interna e come per tutti gli altri casi, procederemo alla denuncia per lesioni e per interruzione di pubblico servizio e garantiremo l’assistenza legale alla nostra operatrice, insieme alla solidarietà per quello che è successo».
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