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A Bari la mostra dell’arte da balcone, al via la nuova edizione dell’esposizione “Il mattino ha Lory in bocca”
BARI – Dopo il successo del 2022 torna la mostra d’arte da balcone “Il mattino ha Lory in bocca”. Il 19 agosto 2023 alle 19, infatti, si inaugura a Bari la II edizione dell’evento. La collettiva parte da un’idea del curatore Francesco Paolo Del Re. Sarà allestita all’aria aperta, sui balconi del primo piano nel quartiere barese di Madonnella, all’angolo tra via Dalmazia e via Spalato. È visitabile, con il naso all’insù, fino al 27 agosto.
La prima edizione è nata ed è stata ospitata sui balconi dell’appartamento dei collezionisti Loredana Savino e Matteo De Napoli, organizzatori dell’evento. La seconda edizione quadruplica la sua potenza visiva, allargandosi a tutti e quattro gli angoli dell’incrocio tra le due strade.
Racconta Francesco Paolo Del Re: “Nata nel 2022 per gioco, come una festa tra amici, la mostra sui balconi ha avuto una risposta straordinaria dal pubblico. Parlando con la gente, abbiamo capito di avere risposto a un bisogno concreto. Per questo, abbiamo deciso di rilanciare, prendendoci più spazio, invitando gli artisti a pensare più in grande. Coinvolgendo direttamente gli abitanti di questo lembo di città, che hanno aderito con entusiasmo e grande partecipazione, e invitandoli a prestarci le loro case e i loro balconi”.
Visibile liberamente da chiunque passi per strada, la mostra presenta dal 19 al 27 agosto 2023 dipinti, sculture, fotografie, installazioni, interventi effimeri e performance. Le opere vengono esposte sui balconi e stese all’aria aperta. Come si mette il bucato ad asciugare nelle belle giornate, a diretto contatto con i passanti.
Gli artisti invitati sono Natascia Abbattista, Mariantonietta Bagliato, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Marika D’Ernest, Cristiano De Gaetano, Sabino de Nichilo, Elisa Filomena, Nunzio Fucci, Simona Anna Gentile, Iginio Iurilli, Pierpaolo Miccolis, Ezia Mitolo, Mario Nardulli, Patrizia Piarulli, Stefania Pellegrini, Fabrizio Provinciali, Fabrizio Riccardi, Jolanda Spagno.
“Secondo un modo di dire popolare, se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. E il quartiere Madonnella – scrive Del Re – sarebbe la nostra Montmartre o la nostra Chelsea. Un pezzo di città vivace e multietnico, crocevia di incontri e scambi tra la gli artisti e le altre comunità che lo popolano. Un luogo dove c’è una grande energia e un grande potenziale inespresso”.
“Per immaginare questa mostra insolita e senza barriere, siamo partiti da una riflessione sullo spazio che ci ospita, sul quartiere, e sul suo bisogno di bellezza e di cultura. I quattro angoli di strada, che abbiamo scelto di ‘occupare’ pacificamente e festosamente con l’arte, sono a ridosso della Pinacoteca Metropolitana ‘Corrado Giaquinto’ e a due passi dalla casa natale di Pino Pascali. Noi stiamo in mezzo. Inebriati dal profumo del mare e dalla calura agostana. Con i piedi per terra e il naso per aria, sognatori di un altrove sempre troppo lontano. Anziché cercare nelle bacchette magiche altrui la risposta alle nostre domande, ci prendiamo gli spazi che sono già nostri, cercando di trasformare i limiti in opportunità”.
“A una cronica mancanza di luoghi e di progettualità culturali, abbiamo deciso di rispondere a modo nostro. Pensando a un’arte che, se ha pochi luoghi in cui ritrovarsi, ha però balconi e vuole rompere barriere, superare limiti. Sui balconi abbiamo deciso di abitare con una festa artistica temporanea e irriverente. L’arte esce dagli spazi tradizionalmente deputati alla sua esposizione e alla sua fruizione. Si conquista un’insolita ribalta urbana, un palcoscenico cittadino tutto da inventare, per misurarsi con la realtà e interromperla con i suoi segni, introducendo una discontinuità chiassosa ed eccentrica nello scenario consueto delle passeggiate del quartiere. Fuori dalla metafora, l’arte va così a occupare letteralmente lo spazio indicato dall’espressione stare fuori come un balcone, che adoperiamo per indicare un comportamento bizzarro e insolito”.
“Artisti che stanno fuori come un balcone scelgono di esporre le loro opere su uno spazio di confine tra il dentro e il fuori, tra la privatezza della casa e il suolo pubblico, tra il non mostrato e il visibile, tra il pieno e il vuoto. Un’arte liminale, di confine, che – mostrata sulla facciata di un palazzo – è rinfacciata e sfacciata. Con il nostro inno alla scanzonatezza e all’impermanenza luminosa dell’estate, ci rivolgiamo a quanti non partono per Ferragosto e restano in città. Li invitiamo a fare con noi una festa d’arte di quartiere e per il quartiere”.
In collaborazione con Askanews
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