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GIORNATA elettorale, oggi, per il turno di ballottaggio che dovrà consentire di conoscere i nuovi sindaci di piccole e grandi città L’interno di un seggio dopo che il primo turno non aveva avuto vincitori con il 50% più uno dei voti.

di ROCCO VALENTI

GIORNATA elettorale, oggi, per il turno di ballottaggio che dovrà consentire di conoscere i nuovi sindaci di piccole e grandi città L’interno di un seggio dopo che il primo turno non aveva avuto vincitori con il 50% più uno dei voti. In Calabria sono chiamati alle urne i cittadini di Crotone, Rossano e Cirò Marina. A livello nazionale, invece, si vota in alcuni grossi centri tra i quali, solo per citarne qualcuno, Roma, Milano, Napoli e Torino. La campagna elettorale per questi tempi supplementari è stata particolarmente vivace, con punte di veleno e tentativi diffusi, in molti capoluoghi, di screditare l’avversario. Una campagna poco politica, forse per legittimare la bizzarra (ma diffusa e non inedita) affermazione che queste elezioni amministrative non hanno significato politico.

Sarà pure che in occasione delle elezioni per sindaci e, soprattutto, per consigli comunali, anche nelle metropoli il voto può essere un po’ meno di ideali (ma ce ne sono ancora tanti?) e un po’ più legato a rapporti di vicinanza (non partitica) tra elettori e candidati consiglieri. Se però a Roma al primo turno la candidata alla poltrona di sindaco del Movimento 5 Stelle ha ottenuto più voti degli altri (a partire dal candidato del Pd, partito di governo) un qualche significato politico ci sarà pure… D’altra parte, è giusto e legittimo che ognuno attribuisca ai risultati del voto i significati che crede. Stasera, a chiusura dei seggi, le prime proiezioni daranno il via al consueto festival delle analisi. E poi si vedrà. Quello che, invece, difficilmente si potrà verificare è perché in un comune di 62.178 residenti (ultimi dati Istat), quindi infinitamente più piccolo di Roma, Milano, Napoli e via discorrendo, le operazioni di scrutinio del primo turno (per quanto riguarda le preferenze ai candidati consiglieri) siano state concluse solo qualche giorno fa.

Ed anzi rimarrebbe ancora qualche cosa da fare. Il comune è Crotone e la cosa più inquietante è che il relativo “caso” sta per essere o è stato già archiviato dall’opinione pubblica come attribuibile ai soliti ritardi e alle consuete “inefficienze del Sud”. Per farla breve, poiché dopo 12 ore le sezioni non avevano completato le operazioni, le stesse sono proseguite – come prevede la legge – a cura dell’Ufficio centrale elettorale. E’ di tutta evidenza che, effettivamente, il bizzarro e lento andamento delle operazioni di scrutinio può essere spiegato come si fa in strada: “Siamo alle solite… solo qua succedono queste cose…” e via dicendo. E’ una bella scorciatoia mentale. Il problema è, però, che a volersi invece soffermare, sono circolate troppe voci di discrepanze, per così dire, tra quello che risulterebbe dalle schede e quello che sarebbe finito nei verbali.

Sono voci, ovviamente, alimentate anche da quell’insopportabile ritardo ma che troverebbero conferma anche nelle operazioni successive eseguite dal Centro elaborazione dati del Comune. Voci e forse anche leggende (come il caos che si sarebbe creato in un seggio di periferia nel periodo in cui era in atto lo scrutinio e per un bel po’ è andata via la luce…). Intendiamoci: l’esito del primo turno è stato tale che qualche discrepanza (non dimentichiamo che il voto di genere, il voto disgiunto… qualche complessità in più la comportano, non solo per chi deve esprimere il voto) non può averlo modificato. E quindi i due candidati che oggi si sfidano sarebbero stati certamente gli stessi quand’anche non ci fossero state le ipotizzate discrepanze.

Diverso il discorso per gli aspiranti consiglieri comunali (un esercito di 750 persone), per i quali qualche piccola discrepanza potrebbe influire sul risultato finale. Ma, come ha specificato tra le altre cose un comunicato attribuito alla Prefettura di Crotone, «dopo l’espressione del voto nessun organo può procedere alla riapertura dei plichi sigillati contenenti le schede votate e dar corso ad un “fantomatico riconteggio”. Soltanto il giudice amministrativo, previo rituale ricorso, può decidere in ordine alla verifica parziale o totale o addirittura annullare l’esito del voto». La possibilità di ricorso al Tar è limitata ad un termine di 30 giorni e comporta dei costi. Dunque, l’unico modo perché non restino piccole ombre sulle operazioni di voto, per le prossime occasioni, magari a partire da oggi, è che si prendano tutte le misure perché non ci siano più altri “casi Crotone”. Non ci abbiamo fatto una bella figura. Neanche con noi stessi.

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