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CON i Giochi di Montreal del 1976 per le Olimpiadi si apre un periodo difficile, con molti Paesi che per ragioni politiche decidono di far restare a casa i loro atleti. In Canada sono circa 30 le Nazioni che disertano, per protestare contro la presenza della Nuova Zelanda che aveva inviato in Sudafrica gli All Blacks (la famosa nazionale di rugby), nonostante il CIO avesse escluso il Paese dalle competizioni olimpiche per l’apartheid. Ma anche questa mediocre edizione (l’organizzazione è piuttosto modesta) ha i suoi eroi e il posto d’onore spetta certamente alla ginnasta romena Nadia Comaneci, che si porta a casa 3 ori e conquista ben 7 volte il “10 perfetto”, un punteggio mai assegnato prima. Va malissimo l’Italia con appena 2 ori.
Dopo il fiasco di Montreal, nel 1980 a Mosca le cose vanno anche peggio. L’Urss ha appena invaso l’Afghanistan e così ai Paesi africani già in rotta per i diritti civili si aggiungono gli Usa, la Cina e diverse Nazioni del blocco occidentale. Quelle che decidono comunque di essere presenti, come l’Italia, per protesta non espongono la bandiera durante la cerimonia di apertura. La qualità delle gare è molto compromessa da tante assenze eccellenti e i padroni di casa fanno ovviamente incetta di medaglie, conquistandone ben 195, seguiti dalla Germania est che si ferma a 126. Gli Azzurri, con 8 ori, sono la squadra migliore tra le occidentali: si fanno notare soprattutto il grande velocista Pietro Mennea e il mitico Patrizio Oliva.
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