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Le Olimpiadi del 1912 sono state forse l’ultimo grande appuntamento internazionale della Belle Epoque, prima che la Grande Guerra spazzasse via un mondo destinato a una fine tragica e cruenta.
LE Olimpiadi del 1912 sono state forse l’ultimo grande appuntamento internazionale della Belle Epoque, prima che la Grande Guerra spazzasse via un mondo destinato a una fine tragica e cruenta.
La V edizione dei Giochi viene organizzata dalla Svezia, che si ispira all’esperienza inglese di quattro anni prima, prendendone tutto il buono e introducendo novità importanti. A Stoccolma, infatti, debuttano il cronometraggio elettronico e il fotofinish, oltre che le corsie tracciate sulla pista di atletica per evitare comportamenti scorretti dei corridori.
Nel 1912 partecipano per la prima volta alle Olimpiadi la Russia – che sarebbe stata assente in molte edizioni successive – e il Giappone. Gli atleti, in continua crescita, sono 2.400, mentre diminuiscono le discipline. Nella conquista delle medaglie, la parte del leone la fanno i padroni di casa con 65 trofei, mentre l’Italia ne conquista 12. Ad assicurarsi un posto speciale nella storia di questi Giochi è James Thorpe, atleta americano di origini indiane che si porta a casa due ori e l’ammirazione del re di Svezia Gustavo V, che lo definisce “il più grande atleta del mondo”.
Ben presto, però, le due medaglie gli sarebbero state tolte con l’accusa di aver giocato in un campionato di baseball da semiprofessionista. Dopo la sua morte, le avrebbero poi restituite agli eredi.
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