X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

È Rocco Hunt ad inaugurare in sala stampa le interviste dei cantanti in gara al Festival di Sanremo 2025. A Sanremo stamattina – martedì 11 febbraio, il martedì dell’atteso debutto  – Rocco si è svegliato “con un bellissimo striscione dei suoi fan salernitani”. Lo dice con il sorriso sincero e genuino che gli fa da carta d’identità. La sua terra è in trasferta insieme a lui. La sua terra è dentro tutte le sue canzoni e ovviamente nel brano con cui è in gara, “Mille vote ancora” (con “vote” scritto senza elle, come si pronuncia in dialetto), e dove torna a cantare le radici con nuova consapevolezza. “Vedrete stasera  – annuncia  spiegando il testo- Dopo che simulo la pistola dico Questa guerra deve finire”.

La guerra a cui si riferisce è quella dei ragazzi che sparano, che crescono nella violenza, i giovani che non vedono futuro perché forse nascono nel posto sbagliato, oppure nel posto giusto ma con una società ingiusta.
Alla seconda strofa di “Mille vote ancora” partirà con un extra bit che, confessa, lo fa tornare un po’ ragazzino perché lo riporta a quell’album che “ispirò le nuove generazioni di rapper”.

Non manca poi di parlare del papà, che tuttora, pur non avendone necessità economica, si sveglia tutte le mattine all’alba per continuare a fare l’operatore ecologico, anzi “lo spazzino” come Rocco evidenzia con orgoglio, perché da questo esempio quotidiano lui da figlio respira valori da replicare.
Nel 2016 al Festival di Sanremo era in gara con Wake Up. Solo due anni prima aveva trionfato nella sezione Nuove Proposte con “Nu Juorno buono”. Oggi si riprende il palco dell’Ariston nelle vesti di “fratello più grande  e da papà“. Non per fare paternali – precisa – ma perché “le canzoni possono fare miracoli”. 

Nel venerdì delle cover quest’anno canterà con suo “fratello” Clementino l’intensa “Yes I Know My Way” di Pino Daniele. Quindi rivela: “Clemente 15 anni fa è stato il primo a credere in me quando lui era  già un big ed io uno sconosciuto. Non lo scorderò mai. E nell’ultimo suo concerto al Palaparthenope , Pino Daniele chiamò me e Clementino a cantare proprio Yes i know my way, un momento indimenticabile”. Scandisce: “Pino non si tocca. Non vedo l’ora che venga venerdì”. E chiude suscitando brividi su ciò che gli ripeteva proprio Pino Daniele: “Guagliù nun te perdere, perché in questo bordello tu sai scrivere”. 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE