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Il documentario di Cesare Cremonini, dal 18 dicembre su Disney+, racconta il viaggio del cantautore e la nascita dell’album “Alaska baby”
DA Bologna e fino all’Alaska, è questo il lungo viaggio di Cesare Cremonini alla ricerca di sé e di nuova musica. Un percorso diventato anche un progetto video e musicale del tutto inedito. Si intitola “Alaska baby – il documentario”, ed è il racconto del viaggio del cantautore bolognese e della nascita di questo nuovo progetto discografico, dal 18 dicembre in esclusiva su Disney+. Abbiamo assistito all’anteprima del documentario in cui il cantautore bolognese diventa dunque autore, sceneggiatore, regista e protagonista e che rappresenta per lui una prova importante. In primis quella di mettersi a nudo e davanti a una telecamera.
Arriva dopo un tour importante negli stadi – che lo ha visto calcare anche un palco imponente come quello di Imola – la voglia di intimità, di mettere da parte l’ego. Parte così il viaggio di Cremonini, da Bologna ad Antigua, pronto per attraversare l’America fino all’Alaska. Poi la tappa a Neshville, la patria del blues, di Jonny Chash, di Elvis, e una chitarra, la sua, da lì in poi, mai più riposta nella custodia. «Dall’origine della musica all’origine della vita» dice. Ed è così che ritrova l’ispirazione. E poi la visione di San Luca, della sua Bologna, la strada di casa ritrovata (il Santuario di San Luca è visibile dalla finestra della sua casa; ndr). E per cantare “San Luca”, un inno alla sua città, non poteva che esserci Luca Carboni, voce simbolo di Bologna.
Cremonini macina chilometri e metabolizza una storia finita, si prende il tempo giusto per farlo, lontano da casa. Nasce “Ora che non ho più te”. Poi «l’opera», “Ragazze facili”, in cui il cantautore si spoglia. Un brano che contiene tutta «la mia anima», dice, e racconta la paura e il coraggio di amare. E l’incontro con Mike Garson, «scritto nel destino», la nascita di “Dark room”.
Il viaggio prosegue fino all’Alaska, dove Cremonini ha messo alla prova i suoi limiti per raggiungere un obbiettivo: vedere l’aurora boreale. Ma d’altronde: «It’s Alaska baby!», ed ecco il titolo dell’album, “Alaska baby” uscito lo scorso 29 novembre. E poi il messaggio di Elisa, il ricordo di un incontro a 20 anni, nel backstage di un concerto dei Lunapop e ora la proposta di una canzone, arrivata come «una carezza». La nascita di “Aurore boreali” proprio quando l’aurora boreale compare in Alaska, davanti ai suoi occhi, «un punto di arrivo ma anche un nuovo inizio». Il mettersi a nudo, l’affrontare le proprie paure, ritrovare il coraggio.
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