Fedez durante lo spot di "Disumano"
2 minuti per la letturaChe fosse irriverente il nuovo album di Fedez lo avevamo già capito. Già dal lancio di “Disumano”, con un finto spot elettorale e una finta campagna elettorale (LEGGI LA NOTIZIA) con manifesti ironici e provocatori, ne avevamo avuto un assaggio.
Ma la conferma arriva con l’uscita dell’album e il brano “Un giorno in pretura”. Una canzone che non le manda di certo a dire e che si scaglia contro politici e colleghi. Tra le figure prese di mira anche Giorgia Meloni, Matteo Renzi e Andrea Bocelli. E il ricordo di Giulio Regeni e Federico Aldrovandi.
Non è un caso se nelle sue storie instagram Fedez scherzava ipotizzando una serie di querele dopo l’uscita di “Disumano”. E forse è per questo che il brano si apre con le parole del noto conduttore “La zanzara” Giuseppe Cruciani: «Tutti i personaggi e gli eventi di questa canzone sono del tutto immaginari / La seguente canzone contiene un linguaggio scurrile / E per il suo contenuto non dovrebbe essere ascoltata da nessuno».
Poi immediatamente la citazione Renziana che ha fatto impazzire simpaticamente il web: “first reaction: shock”. Solo che ciò che il rapper dice a Matteo Renzi non è altrettanto simpatico: «Come Renzi quando s’è preso ottantamila petroldollari sauditi (Ahi!) / Ottanta K che, se togli il volo privato, i salatini e le spese /
(Mamma, non è vero che per fare i soldi dovevo sapere l’inglese)». E questo per citare solo una piccola strofa del brano.
E così anche con Giorgia Meloni. Dopo la definizione di “omosessualità contro natura”, di un consigliere di Fratelli d’Italia potentino, ecco le parole dolci di Fedez per la politica. «La Meloni che grida: “Allo scandalo” / “Boicottate la mafia di Amazon” / “E comprate il mio libro: Io sono Giorgia” / “Oddio, ma è primo su Amazon”».
A rendere ancora più provocatorio ed esplicito il brano, anche il videoclip (GUARDA IL VIDEO) realizzato con le illustratori dell’artista Vauro Senesi. Ecco nel video un susseguirsi di caricature da Renzi a Meloni ovviamente. E poi Andrea Bocelli, Mussolini. Ma anche omaggi, due in particolare, quello a Giulio Regeni e a Federico Aldrovandi.
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