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Il virus 2019-nCov, appartenente alla famiglia dei Coronavirus, si sta rapidamente diffondendo dalla Cina, dove è stato identificato per la prima volta, in tutto il mondo causando oltre che migliaia di infetti anche diverse morti per le complicazioni respiratorie che il virus è in grado di portare.
Sono, infatti, ormai conclamati numerosi casi di contagio anche al di fuori dei confini cinesi e per l’Organizzazione mondiale della Sanità il rischio è classificato come “Elevato” per la Cina e “alto” anche se l’Oms non ha dichiarato ancora una Pheic ossia una Public Health Emergency of International Concern (Emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale). Malgrado ciò, il virus 2019-nCoV è stato classifica con un numero di riproduzione di base (R0) tra 1,4 e 2,5. Per intenderci l’R0 è un numero che viene utilizzato per quantificare quanti casi secondari (ossia non direttamente collegati con il focolaio originario) sono attesi in seguito ad una singola infezione in una popolazione completamente suscettibile. Quando questo numero è maggiore di 1 indica l’esistenza di una epidemia.
Nel rapporto del 28 gennaio 2020, l’Oms conferma globalmente quasi 4600 casi di cui la quasi totalità in Cina dove sono presenti anche altri 7 mila casi circa considerati sospetti. Dei casi accertati poco meno di mille sono in condizioni gravi mentre 106 sono i decessi accertati. Al di fuori della Cina sono stati già confermati 56 casi in 14 nazioni diverse, tra queste Francia e Germania, non risulta presente invece l’Italia.
In questo quadro preoccupante si inseriscono le procedure attivate dai vari stati e dalle organizzazioni sovranazionali (in primis l’Organizzazione mondiale della Sanità e, per l’Europa, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC)) oltre che le raccomandazioni tese a ridurre il rischio di propagazione del virus.
Negli scorsi giorni (nel bollettino del 26 gennaio) l’ECDC ha precisato che il rapido aumento dei casi confermati segnalati può essere in parte attribuito, oltre che alla virulenza dell’infezione, anche al miglioramento dei protocolli diagnostici ed alle indagini epidemiologiche svolte dalle autorità cinesi. Poiché la fonte dell’infezione non è nota, ed essendo stata accertata la trasmissione inter-umana, sono tuttavia attesi ulteriori casi e decessi.
LEGGI LE RISPOSTE RAPIDE FORNITE DAL MINISTERO DELLA SALUTE SUL VIRUS 2019 N-COV
Sulla base delle informazioni al momento disponibili il potenziale impatto di focolai di infezione da 2019-nCoV è elevato ed è probabile una ulteriore diffusione in ambito globale dell’infezione.
Sintomi e trattamento
Al momento i sintomi più comuni che sono stati riscontrati, per come riportato dal Ministero della Salute, consistono in febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie. Le informazioni attualmente disponibili suggeriscono che il virus possa causare sia una forma lieve, simil-influenzale, che una forma più grave di malattia. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e nei casi più estremi la morte. Una forma inizialmente lieve può anche progredire in una forma grave, soprattutto in persone con condizioni cliniche croniche preesistenti, come ipertensione e altri problemi cardiovascolari, diabete, patologie epatiche e altre patologie respiratorie; anche le persone anziane potrebbero essere più suscettibili alle forme gravi.
Essendo una malattia nuova, ancora non esiste un vaccino. Non esiste un trattamento specifico per la malattia causata da un nuovo coronavirus. Il trattamento deve essere basato sui sintomi del paziente. La terapia di supporto può essere efficace. Si ribadisce che ad oggi in Italia non sono stati accertati dei casi.
LE INDICAZIONI DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ PER RIDURRE I RISCHI EPIDEMIA
L’Oms ha diffuso una serie di indicazioni e raccomandazioni ai cittadini al fine di contribuire a contenere l’infezione e la diffusione del virus. In particolare si raccomanda di:
- Evitare il contatto ravvicinato con soggetti affetti da infezioni respiratorie acute
- Lavare frequentemente le mani, in particolare dopo contatto con persone malate o con il loro ambiente
- Evitare contatti non protetti con animali di fattoria o selvatici
- Persone con sintomi di infezione acuta delle vie aeree dovrebbero mantenersi a distanza, coprire eventuali colpi di tosse o starnuti con fazzoletti usa e getta o con i vestiti e lavarsi le mani
- Rafforzare, in particolare nei pronto soccorso e nei dipartimenti di medicina d’urgenza, le misure standard di prevenzione e controllo delle infezioni.
- I sintomi respiratori da tenere in particolare sotto controllo sono febbre, tosse secca, mal di gola e difficoltà respiratorie
I consigli per chi vuole mettersi in viaggio
Per chi rientra dalle zone soggette all’epidemia il ministero suggerisce di contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500, indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone, utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente. Per chi deve, invece, intraprendere un viaggio all’estero, il ministero della Salute suggerisce alcune raccomandazioni, ecco quali:
- vaccinarsi contro l’influenza almeno 2 settimane prima della partenza
- valutare la possibilità di posticipare viaggi nelle aree colpite non strettamente necessari
- evitare il contatto diretto con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
- lavarsi spesso le mani, soprattutto dopo il contatto diretto con persone malate
- evitare di visitare mercati ittici o di animali vivi
- evitare il contatto diretto con animali da allevamento o selvatici vivi o morti
- rispettare l’igiene respiratoria se si hanno sintomi di infezione respiratoria acuta: evitare contatti ravvicinati, coprire starnuti e colpi di tosse con un fazzoletto, preferibilmente monouso, indossare una maschera chirurgica e lavarsi le mani.
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