La statua della Spigolatrice di Sapri
2 minuti per la letturaDOVEVA essere la statua per ricordare la Spigolatrice di Sapri, simbolo della città del Cilento che raffigura la donna che raccoglie le spighe e legata anche alla celebre poesia antiborbonica di Luigi Mercantini, ispirata alla spedizione di Carlo Pisacane. Invece, è diventata oggetto di polemica per una presunta visione sessista.
Il comune della provincia di Salerno che conta più di seimila abitanti ha voluto dedicare una nuova statua bronzea sistemata sul lungomare e inaugurata alla presenza di autorità locali, ma in poco tempo sono arrivate le polemiche legate alle forme troppo procaci della donna rappresentata nella statua. La spigolatrice descritta da Mercantini nella poesia sarebbe infatti una giovane lavoratrice dei campi, presumibilmente vestita con gli abiti tipici delle contadine dell’epoca ovvero lunghe gonne con grembiuli, dove sistemare il raccolto, camicie accollate e cuffie sui capelli.
Invece, l’opera svelata a Sapri mostra una donna adulta, dal corpo fortemente segnato da un abito fasciato e dall’abbigliamento che, secondo i tanti che non hanno gradito la scelta dello scultore Stifano, sarebbe eccessivamente sessualizzante.
Molte le critiche arrivate da tutta Italia e le richieste di rimuovere la statua. Le Donne democratiche Pd Palermo spiegano: «Sentiamo il dovere di schierarci in modo netto e categorico per l’abbattimento di questa statua diseducativa e fuorviante che banalizza le donne e vanifica ogni comizio in favore della parità di genere urlato dalle poltrone politiche di ogni istituzione».
«Ancora una volta ci viene chiesto di subire l’umiliazione di vederci rappresentate in forma di corpo sessualizzato, privo d’anima e di legame con le questioni sociali e politiche a fronte di una storia che è tutt’altra: la figura della Spigolatrice di Sapri, ideata e poetizzata da Mercantini viene proprio a Sapri ridotta a uno stereotipo che nulla ci racconta della rivoluzione antiborbonica e che nulla ci racconta dell’autodeterminazione di una donna che sceglie di non andare a lavoro per schierarsi contro l’oppressore».
L’autore della statua, Emanuele Stifano, risponde alle critiche: «Se fosse stato per me avrei fatto una figura completamente nuda, lo stesso vale a dire per il Palinuro di qualche anno fa e per le statue che farò in futuro, a prescindere dal sesso, semplicemente perché sono amante del corpo umano in generale e mi piace lavorarci. Penso comunque sia inutile dare spiegazioni a chi vuole assolutamente vederci depravazioni o cose varie».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA