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MILANO – Fa un un certo effetto vederla lì la Lambretta, piazzata al centro dello stand allestito in pompa magna nel grande calderone di Eicma 2024. Nonostante siano passati 77 anni da quando il primo esemplare vide la luce, lei continua ad essere lei, con i suoi spigoli e il suo carattere ruvido e grintoso. Persino in questo modello J Starwave, esposto per attirare i visitatori più curiosi.
LAMBRETTA, TUTTO NACQUE COSI’ …
A proposito: qualcuno sa perché si chiama Lambretta? No? Fa niente. Il suo nome prende spunto dal quartiere di Lambrate a Milano, dove un signore che si chiamava Ferdinando Innocenti fondò lo stabilimento dal quale nel 1947 uscì la prima Lambretta. Innocenti era un toscanaccio classe 1891, di pochissime parole, pragmatico, che iniziò la sua fortuna nel 1922 ideando in quello stesso stabilimento i celebri (e omonimi) tubi utilizzati nell’edilizia. Dieci anni dopo, tanto per sottolineare l’ingegnosità che lo contraddistingueva, realizzò l’impianto di irrigazione per i Giardini Vaticani e due anni più tardi una centrale termoelettrica per la Cappella Sistina.
La sua fama arriva tuttavia con la nascita della Lambretta, che da subito raccoglie l’apprezzamento delle masse, desiderose di scrollarsi di dosso le intemperie della guerra per affacciarsi a una vita migliore e soprattutto motorizzata. Come la Vespa, anche la Lambretta aveva un motore a 2 tempi, quindi a miscela di benzina e olio, 3 marce, con una cilindrata che variava dai 49 ai 198 cc. Dietro alla sua progettazione c’erano altri due piccoli geni: l’ingegnere Pier Luigi Torre, che si occupò della meccanica, e Cesare Pallavicino, che ne curò il design.
UN PASSAGGIO DI MANO IN MANO …
Durante questi 77 anni è successo di tutto. Nel 1966 Ferdinando Innocenti muore e la Innocenti inizia a passare di mano in mano. Nel 1971 gli stabilimenti vengono venduti alla British Motor Corporation ed utilizzati per produrre le celebri vetture Mini. La Lambretta continua invece a essere prodotta dalla Scooters of India Limited fino al 1998, anche se con scarso successo. La vera rinascita è storia recente. Dal 2017 la Lambretta viene prodotta da una società con sede a Lugano, la Innocenti S.A., in collaborazione con il Gruppo austriaco KSR.
LA LAMBRETTA DI OGGI
Quella dunque che vediamo davanti a noi sullo stand è l’ultima di una fortunata stirpe, tuttavia distante anni luce dagli scooter realizzati negli anni ’60 e ’70. Il modello esposto a Eicma 2024 si chiama J Starwave ed è ispirato al mondo del surf e della “beach culture” (e infatti un dettaglio distintivo è rappresentato da una sorta di tavola da surf applicata allo scudo frontale.). Pesa solo 135 kg e offre una gamma motori con due varianti a 4 tempi e 4 valvole, raffreddati a liquido. La versione J125 cc dispone di 12,2 Cv e di 11,5 Nm di coppia, mentre la J200 offre 17 Cv e 15,5 Nm, entrambe disponibili a partire da giugno 2025 con prezzi ancora da definire.
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