Gianfranco Fini con l'immagine sullo sfondo di Giorgia Meloni
3 minuti per la letturaROMA – A poche ore dalla ricorrenza della Liberazione, nella polemica sul 25 aprile dice la sua anche Gianfranco Fini rivolgendosi direttamente a Giorgia Meloni. «Ancora una volta un 25 aprile di divisione, delle polemiche e in alcuni casi delle risse. Io credo che tutti si debbano chiedere perché e deve farlo soprattutto la destra, perché governa in prima persona», dice l’ex leader di An ospite di Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più” su Raitre. «Spero che Giorgia Meloni voglia cogliere questa occasione per dire senza ambiguità, lei non è una donna ambigua, e reticenze che la destra italiana i conti con il fascismo li ha fatti fino in fondo quando è nata Alleanza nazionale. An condannò il fascismo. Giorgia Meloni ha questa sensibilità», ha detto Gianfranco Fini. «Meloni non deve avere questa ritrosia, io non la capisco, o meglio la capisco ma non la giustifico, sull’antifascismo. Si dica chiaramente che FdI si riconosce nei valori antifascisti”, afferma ancora Fini secondo cui “pacificare vuol dire avere una memoria condivisa. I morti vanno onorati tutti, i criminali no, ma occorre saper distinguere quale era la parte giusta e la parte sbagliata».
Parlando proprio della premier e del presidente del Senato, Fini aggiunge: «Conosco Ignazio La Russa da una vita, Giorgia Meloni da tanto tempo. Sono convinto che abbiano la determinazione di credere che libertà, giustizia, solidarietà sono valori antifascisti perché sono nella Costituzione».
Fini è poi intervenuto anche sui migranti e la protezione speciale dicendo che le maglie vanno ristrette ma all’inizio il testo all’inizio era inaccettabile. «Il testo iniziale» sulla protezione speciale inserito nel decreto legge flussi sui migranti «era inaccettabile», un’«incredibile volontà di cancellare i Trattati internazionali, non so chi lo aveva concepito. Il testo residuo è un tentativo di ridefinire alcuni aspetti, non cambierà nulla» ha affermato Gianfranco Fini, ospite di “In mezz’ora in più” su Raitre. «Chi ha diritto di entrare in Italia e in Europa? Fatti salvi tutti quelli che godono del diritto di asilo, della cosiddetta protezione sussidiaria, la cosiddetta protezione che prima si chiamava umanitaria e poi si è chiamata speciale -ha ricordato l’ex presidente della Camera- nasce da una decisione del Governo Conte che estende coloro che possono chiedere la protezione speciale per motivi umanitari. I motivi umanitari sono sacrosanti, bisogna capire quali sono. Perché andavano ristrette leggermente le maglie? Perché nel 2021 la maggioranza dei migranti che aveva chiesto e ottenuto la protezione speciale erano albanesi, nel 2022 egiziani, allora è chiaro che non sono migranti che scappano dalle guerre, ma sono migranti economici. Sui migranti economici bisogna aumentare quelli che entrano regolarmente».
Fini infine ha ribadito la necessità di introdurre lo ius scholae: «Un ragazzino che nasce qua, che parla ormai il dialetto non solo l’italiano, che ha frequentato il ciclo scolastico fino alla terza media, che fa il tifo per le nostre squadre deve poter diventare cittadino italiano molto prima del diciottesimo anno di età. Deve essere una scelta voluta, deve chiederlo, deve dimostrare di conoscere la nostra storia, onorare la nostra bandiera, rispettare la nostra Costituzione, perché cittadini si diventa».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA