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Una discoteca vuota

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ROMA – Riaprire le discoteche «a partire da luglio, già i primi del mese, magari con gradualità, così come è stato fatto con i ristoranti, per quei locali da ballo all’aperto rispetto a quelli al chiuso».

Lo ha affermato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Ma è necessario «cambiare approccio rispetto allo scorso anno – ha aggiunto – non possiamo pensare di imporre il distanziamento perché la discoteca è il luogo di aggregazione per eccellenza. Dunque applicando parametri diversi, quali l’ingresso con il Green Pass, che garantisce il tracciamento e rappresenta anche uno stimolo a vaccinarsi e una capienza ridotta».

«È necessario – ha sottolineato Costa – che su questi temi ci sia una condivisione tra Governo e Regioni», un «percorso condiviso che, come con i ristoranti, ha dato buoni risultati. Si tratta di essere coerenti perché dire ai ragazzi di ballare distanziati suona come una presa in giro, per questo vanno utilizzati criteri più realistici».

«È importante – ha concluso il sottosegretario – avere il coraggio di dare ai cittadini delle prospettive, altrimenti continuiamo a dire loro di vaccinarsi ma poi non cambiamo le cose per riacquistare quelle quote di libertà che sono state compresse».

LA RABBIA DEGLI IMPRENDITORI: SERVE DATA CERTA

«Da settimane non si fa che parlare di riaperture, per tutti i settori, tranne che per noi! Qualcuno ci spieghi il perché di questo trattamento, non è più accettabile passare per untori. Ci impediscono di lavorare da oltre 15 mesi e non mi pare che la pandemia non abbia seguito il suo corso». Questo è il duro commento del presidente di Silb-Fipe (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo) Maurizio Pasca secondo cui «è assolutamente necessario che il Governo stabilisca una data per far ripartire le attività dei locali da ballo, ed è necessario farlo subito, prima che si arrivi al 21 di giugno, giorno in cui sparirà il coprifuoco. Se nessuno si decide si rischia di alimentare l’abusivismo più di quanto non si sia fatto finora!».

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