X
<
>

La sede della Digos di Torino

Share
2 minuti per la lettura

Eseguiti 17 decreti di perquisizioni nei confronti degli attivisti più radicali No Vax e No Green pass, affiliati al noto canale social “Basta Dittatura”, uno degli spazi social di maggiore riferimento nella galassia dei negazionisti del COVID 19.

Le responsabilità dei 17 indagati verranno approfondite dall’Autorità Giudiziaria competente che ha ravvisato nei loro confronti reati come istigazione per delinquere con l’aggravante del ricorso a strumenti telematici ed istigazione a disobbedire le leggi.

L’attività di Polizia è stata svolta dalla Polizia postale e dalla Digos di Torino, con il coordinamento del Servizio polizia postale e delle comunicazioni e dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione, e ha riguardato le città di Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese.

In particolare l’operazione, sviluppata monitorando quotidianamente il canale “Basta Dittatura” divenuto polo principale nell’organizzazione di proteste violente su tutto il territorio nazionale, ha documentato la sistematica istigazione all’uso delle armi e a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Mario Draghi; obbiettivi ricorrenti sono stati inoltre le Forze dell’ordine, medici, scienziati, giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di “asservimento” e di “collaborazionismo” con la “dittatura” in atto. 

Presa costantemente di mira con pesanti insulti anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi “schiava” dello Stato. I contenuti e i toni sono risultati esasperati, con riferimenti espliciti a “impiccagioni”, “fucilazioni”, “gambizzazioni”, oltre ad allusioni dirette a “nuove marce su Roma” ed al terrorismo.

Molti dei perquisiti risultano già noti alle Forze di polizia, sia per aver aderito a posizioni estremiste sia per precedenti reati quali resistenza a pubblico ufficiale, furto, rapina, estorsione e in materia di stupefacenti. Tra gli indagati figurano però anche persone incensurate cadute nella spirale dell’odio online. Tra gli identificati anche coloro che avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari nonché attivisti resisi protagonisti di aggressioni di piazza alle Forze dell’ordine impiegate nei servizi di ordine pubblico.

Tra i messaggi intercettati: “Se vuoi fare del male a qualcuno. durante questa dittatura è sufficiente creare un profilo su Telegram con il nome, cognome e una foto, e scrivere una frase un po’ offensiva contro la dittatura, per esempio: ‘dovrebbero essere presi a calci nel c…”. Altri utenti hanno incalzato: “Ste m… criminali stanno 24 ore su 24 a monitorarci. Hanno già finito di perseguire tutti i mafiosi e sono passati agli anti-dittatura” e “Grazie alle m… criminali nazidittatoriali della Digos per il riconoscimento”.

La polizia postale di Torino chiederà alla Procura del capoluogo piemontese di avviare le procedure per chiudere le nuove chat No green pass nate su Telegram dopo l’oscuramento del gruppo “Basta dittatura”. 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE