Colonial Pipeline
1 minuto per la letturaDopo aver subito un attacco informatico e fermato la distribuzione di carburante (LEGGI LA NOTIZIA), con la diretta conseguenza di un aumento dei prezzi negli Stati Uniti, la Colonial Pipeline ha pagato un riscatto da 5 milioni di dollari in cyber-valuta ed ha riaperto i flussi del suo gasdotto della costa orientale degli Stati Uniti.
Secondo quanto riferito dai principali organi di informazione statunitensi (da Bloomberg al Wall Street Journal), il ripristino dei sistemi informatici del gasdotto è arrivato a seguito del pagamento del riscatto malgrado questa scelta fosse stata esclusa inizialmente visto che era trapelata la notizia che fonti interne dell’azienda avevano suggerito che Colonial Pipeline non avrebbe pagato perché era riuscita a recuperare i dati più importanti con l’aiuto del governo degli Stati Uniti.
Tuttavia alla fine è arrivato il pagamento del riscatto e con esso la preoccupante considerazione che il gruppo di cyber-criminali di Dark Side (autore dell’attacco) potrà adesso godere di una cospicua somma di denaro che potrebbe contribuire a potenziare le “armi” tecnologiche in loro possesso.
In ogni caso, il riscatto, secondo molti esperti, sarebbe al di sotto di quanto in casi del genere gli hacker avrebbero potuto ottenere e questo forse a causa dell’intervento del Governo Americano che avrebbe causato nei cyber-criminali la convinzione di aver innescato un effetto domino pericoloso anche per loro stessi.
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