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IL Coronavirus è arrivato a Venezia: ci sono i primi due contagiati nella città veneta, in cui in questi giorni si tengono i festeggiamenti di Carnevale. Ad annunciarlo è stato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia che ha spiegato come si tratti di due signori anziani, di 88 anni, ricoverati in terapia intensiva a Venezia in città storica.
Un altro caso positivo è stato registrato per un cittadino residente a Sesto San Giovanni, ricoverato da una settimana all’ospedale San Raffaele di Milano, dopo la controprova sui campioni biologici. Lo rende noto un comunicato del sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano.
Secondo i dati ufficiali, aggiornati nel pomeriggio di domenica, le persone contagiate «sono 152 in tutta Italia, comprese le tre vittime: la donna morta oggi a Crema, il 77enne di Vo’ Euganeo e una donna di Casalpusterlengo».
Il numero di 152 positivi tiene conto anche del ricercatore rientrato da Wuhan poi guarito e dimesso dallo Spallanzani. In base ai dati forniti da Borrelli, i casi in Lombardia sono 110 (ai quali vanno aggiunte le due vittime) e in Veneto 21 (più la vittima a Vo’ Euganeo); 9 sono invece i casi in Emilia Romagna, 6 in Piemonte e 2 nel Lazio (la coppia di cinesi ricoverata allo Spallanzani). Dei 152 positivi, ha concluso Borrelli, 55 sono ricoverati con sintomi e 25 in terapia intensiva, 19 sono in assistenza domiciliare e 27 in verifica.
Dopo la sospensione di tutte le forme di gite scolastiche, l’Associazione nazionale presidi (Anp) ha sollecitato che sia fatta immediata «chiarezza sulla questione viaggi di istruzione». In particolare in una nota viene sottolineato che «non è chiaro su quale soggetto ricadrebbero i costi delle sospensioni adottate».
«Per evitare l’apertura di contenziosi sfavorevoli per le scuole – e per le tasche dei genitori – chiediamo che il Ministero chiarisca immediatamente cosa devono fare i numerosi colleghi che già in queste ore hanno numerose partenze programmate, generalmente per mete non interessate dal contagio», si afferma nel comunicato, «i Dirigenti dello Stato sono pronti a gestire le emergenze ma devono avere la sicurezza di farlo secondo le previsioni – anche approvate con urgenza – di legge».
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