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I guai del Movimento Cinque Stelle
Mala tempora currunt. Sì, tira proprio una brutta aria per il Movimento Cinque Stelle. E soprattutto per tutti suoi sindaci, in carica o aspiranti tali. Gli avvisi di garanzia ai primi cittadini di Livorno e di Parma a poche settimane dalle amministrative non sono proprio quello che si dice un colpo di fortuna. Non lo sarebbero per nessuno, ma la situazione si complica se a doverne dare conto agli elettori è una forza politica che ha fatto dell’onestà il proprio tratto distintivo. Una forza politica che dopo aver svolto per tanto tempo il ruolo di grande inquisitore, non si trova a proprio agio sul banco degli imputati.
Con i guai giudiziari di Filippo Nogarin e Federico Pizzarotti si è sciolta come neve al sole la pretesa diversità del Movimento rispetto agli altri partiti. Eh già, delle due l’una: o i due sindaci sono due comuni delinquenti, come tanti amministratori di altre forze politiche, o sono due vittime della mala giustizia, come tanti amministratori di altre forze politiche. Tertium non datur. E se fosse vera la seconda ipotesi, ecco qua che per i pentastellati salterebbe fuori un altro problema. Usciti dal mondo del blog ed entrati in contatto con la dura realtà di chi guida un Comune e si scontra ogni giorno con mille problemi, compresi gli errori giudiziari, è difficile accettare di dover mollare tutto solo per un semplice avviso di garanzia. Ingiusto e inaccettabile.
Non tutti i guai, però, vengono per nuocere. E i Cinque Stelle potrebbero uscire cresciuti e più strutturati da questa vicenda. Potrebbero lasciarsi alle spalle questa rigidità incompatibile con il mondo reale e continuare ad essere gli alfieri della legalità, senza gabbie e pastoie che ne complicano l’attività e ne limitano la libertà di azione.
Sul tappeto però c’è anche altro. Che dire della polemica che sta divampando, tra militanti e iscritti, per il comportamento dei vertici del Movimento? Quegli stessi vertici che hanno chiesto a gran voce un passo indietro quando a essere indagati erano rappresentanti degli altri partiti e ora fanno spallucce. Quegli stessi vertici che hanno concesso tempo a Nogarin e hanno deciso di sospendere Pizzarotti… E la sospensione (a cui probabilmente seguirà l’espulsione) del sindaco di Parma è un altro tema dibattuto, perché a metterlo alla porta non sarebbe tanto l’avviso di garanzia, quanto averne taciuto l’esistenza. Una richiesta di trasparenza a cui Pizzarotti sarebbe venuto meno e che però, sinceramente, non trova appigli in nessun ordinamento garantista.
Che succederà? È presto per dirlo, anche se probabilmente i sondaggi riveleranno una sofferenza del Movimento. E di espulsione in espulsione prima o poi qualcuno potrebbe postare sul blog la famosa scritta che campeggiava sul Muro di Berlino: “L’ultimo spenga la luce”.
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